Corriere di Verona

L’ex Scaligera Fadini osservator­e Pistons «A caccia per l’Nba»

L’ex ds della Scaligera, capo-scout dei Pistons

- di Francesco Barana

Questione di pelle. «Scegliere un giocatore è come innamorars­i, conta l’istinto» dice Andrea Fadini, l’uomo che con Giuseppe Vicenzi negli anni 90 fece grande la Scaligera vincendo Coppa Italia, Korac e Supercoppa. Oggi, a 64 anni, è capo-scout in Europa dei Detroit Pistons, nella Nba, e segue anche lo screening dei giocatori di college per il Draft.

Fadini, cosa offre al basket oggi l’Europa?

«La Francia è diventata una fucina inesauribi­le, non a caso due francesi quest’anno entreranno nel primo giro del draft. Un po’ per le ex colonie, un po’ per gli immigrati di seconda generazion­e: sono ragazzi nati in Francia, ma con fisico africano. Come nel calcio Pogba e Mbappè».

La scuola slava resiste?

«Sforna meno di prima, eccetto la Serbia e ogni tanto la Slovenia. Hanno meno fame e non riescono a sopperire con l’organizzaz­ione. La Croazia, per dire, è in crisi».

L’Italia?

«Gallinari e Belinelli sono eccezioni. Ora c’è Nico Mannion, un 2001, entrerà nel draft al primo giro. E’ italiano di papà americano, la mentalità è stile Usa. E anche la Spagna oggi dà meno».

Lei di Gallinari è amico...

«Portai suo padre Vittorio a Verona, l’ho visto bambino. Ci siamo sentiti di recente, gli ho fatto da intermedia­rio quando è approdato in Nba. Ragazzo intelligen­te come il papà, ma a Vittorio dico sempre che a giocare così bene a basket Danilo avrà imparato dalla madre (ride, ndr)».

Davide Moretti, figlio di Paolo, oggi in Ncaa alla Texas Tech University, può ambire alla Nba?

«Per me sì, lui sarebbe pronto, ha il carattere d’acciaio del padre, ma a quei livelli non viene ancora considerat­o. Io penso che andrà a Milano, può essere per lui il trampolino definitivo».

Talent scout lo è sempre stato. A Verona lei pescava Iuzzolino, Williams, Paolo Moretti, Bonora, Frosini e Galanda...

«Moretti lo portai a Verona a 17 anni, era già un leader.

Galanda è stato il nostro italiano più forte, meritava la Nba. Williams fu la chiave di volta, assieme a un coach come Franco Marcellett­i».

Correva l’anno 1992...

«Williams fu un terno al lotto, arrivò a gettone e all’inizio Marcellett­i non lo voleva. Per testarlo lo faceva “picchiare” in allenament­o da Savio. Lui e Iuzzolino i più bravi ma non i più forti».

Chi, allora?

«Per storia direi Praja Dalipagic, ma venne a fine carriera. Per valore tecnico Lou Bullock. Il mio quintetto ideale? Iuzzolino, Bullock, Williams, Dalipagic, Schoene».

Di recente i tifosi hanno eletto Dalla Vecchia come il loro numero uno...

«Ed è giusto, Roby è stato una bandiera. Dietro di lui metto Savio, il capitano della Coppa Italia».

Com’è il basket italiano di oggi?

«Più povero e meno organizzat­o rispetto agli anni 90. Togli Armani e Zanetti, chi c’è? Brugnaro a Venezia, che investe molto nel maschile e nel femminile. Una volta c’erano Scavolini, i Ferruzzi, Bulgheroni, i Benetton. Ma il basket è sempre stato lo specchio del Paese».

Talenti

Nico Mannion è pronto per il Draft Nba: io vedo anche Davide Moretti ma per me andrà a Milano

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Il basket a Verona tra fine anni ‘80 e primi ‘90 ha vinto Coppa Korac, Coppa Italia e Supercoppa
Scaligera Il basket a Verona tra fine anni ‘80 e primi ‘90 ha vinto Coppa Korac, Coppa Italia e Supercoppa

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