Plateatici, in cinquanta chiedono di ampliarli «Nuove aree pedonali»
Sono circa una cinquantina le richieste di ampliamento — la maggior parte — o di installazione di nuovi plateatici arrivate fin qui al Comune. L’approvazione delle linee guida da parte della giunta comunale risale a lunedì. In generale, su circa 1.678 locazioni sul territorio comunale tra 972 bar e 706 ristoranti (dati al 31 marzo) i plateatici già precedentemente concessi sono circa 400.
Tra chi ha fatto richiesta di allargamento del plateatico (al massimo del doppio) c’è Patrizio Violante, titolare della Cantina
di Romeo: «L’ho chiesto anche perché all’esterno dal locale, per le misure di sicurezza, sono passato da 24 a 12 posti. L’allargamento avverrebbe su uno stallo di sosta. Ma credo che in questo momento valga di più il diritto al lavoro che al parcheggio». Il nodo delle eventuali reazioni dei residenti non è l’unico. Racconta Mario Bandinu, locale in via Santa Maria in Chiavica: «Lo spazio nella via è poco, c’è un attraversamento pedonale e chiederei il plateatico sul marciapiede di un palazzo storico, quindi servirebbe l’autorizzazione della soprintendenza. Il preventivo del mio consulente per fare la richiesta è di 2mila euro. Non so ancora se la farò». Va ricordato che l’ampliamento è previsto anche su suolo privato aperto a pubblico transito (eccetto le aree interdette per sicurezza) e appunto sugli stalli di sosta (tranne quelli per disabili e mezzi di soccorso).
L’assessore al Commercio, Nicolò Zavarise, spiega inoltre che «c’è una bozza di ordinanza già pronta che propone la pedonalizzazione di via Ponte Pietra, via Leoncino, Vicolo San Matteo e un breve tratto di via Marconi». Quanto al pagamento dello spazio occupato, dall’Osteria Ristorante Ponte Pietra sollevano il dubbio circa «la necessità di pagare o meno l’eventuale nuovo plateatico». Al riguardo c’è la misura, sovra-ordinata in quanto emanata dal governo, prevista nel «Decreto rilancio» ossia l’esenzione dal 1° maggio al 31 ottobre 2020 del pagamento della tassa (Tosap) e del canone (Cosap) per l’occupazione del suolo pubblico. A Verona, già dal ’99, la Tosap è stata sostituita interamente dal Cosap, per cui una delibera del 23 marzo scorso differiva al 31 agosto la prima rata e al 30 novembre la seconda. Poi è arrivato, come detto, il «decreto rilancio». Il tema, semmai, rientra nella polemica tra Comuni e Stato circa le coperture: Palazzo Barbieri stima in 940mila euro il mancato incasso da Cosap.