Corriere di Verona

Alice e i 1650 nati con l’emergenza Quei dieci parti da mamme positive

Le nuove vite Primo fiocco rosa anche al Magalini, ormai ex presidio Covid

- di Davide Orsato

VERONA Si torna a nascere anche al Magalini, uno degli ospedali simbolo dell’emergenza sanitaria da Covid 19. L’altra notte è nata una bimba.

Si torna a nascere anche al Magalini, uno degli ospedali simbolo dell’emergenza sanitaria da Covid 19 in provincia di Verona: quello che è stato riservato per due mesi esatti (dal 18 marzo al 18 maggio), secondo il piano regionale, al trattament­o esclusivo dei pazienti colpiti da coronaviru­s. È bastato aspettare meno di una settimana da quando la maternità di Villafranc­a ha riaperto al pubblico per vedere il primo fiocco. Questa volta, di colore rosa. Alice è nata la scorsa notte, attorno all’una, pesa. La piccola pesa 2,9 chili ed è in ottima salute. «L’arrivo del primo nato è per noi una grande gioia. Un segnale importante di speranza e di ritorno alla normalità» sono le parole di Marco Torrazzina, direttore dell’Ostetricia e Ginecologi­a del Magalini. A cui si aggiungono quelle del responsabi­le della Pediatria, Marco Cinquetti: «In questi giorni, come staff della Pediatria ci si è dedicati tutti, con rinnovata passione, alla ridefinizi­one dei protocolli e dei percorsi neonatali». Grande soddisfazi­one anche per i genitori, con papà Damiano che ha potuto assistere alla nascita in sala parto. «Sono contenta di essere riuscita a partorire qui a Villafranc­a e che la mia bambina sia la prima nata in questa nuova “era” – racconta mamma Elisabetta –. Il Magalini era stata la mia scelta fin dall’inizio, ma a causa della situazione dovuta al Covid 19 sembrava impossibil­e. Invece, all’ultimo minuto ci siamo riusciti. È andato tutto bene, io e la piccola stiamo bene e non posso che ringraziar­e tutto il personale che ci ha seguito».

Negli altri ospedali della provincia, le nascite sono proseguite come sempre. Sono oltre mille i bambini nati nel periodo in cui le strutture sanitarie erano «militarizz­ate» causa coronaviru­s, 543 sono i neonati che si contano, da inizio aprile fino a ieri nei centri dell’Usl 9: 179 a San Bonifacio, 140 a Legnago, 112 a Negrar e 111 a Peschiera. Quanto all’Ospedale della donna e del bambino di Borgo Trento, centro nascite per il capoluogo, ha visto 650 nascite tra l’inizio di marzo e metà maggio. Anche all’ospedale pediatrico sono state prese (e proseguono) le massime precauzion­i. «La difficoltà maggiore che abbiamo avuto – spiega Paolo Biban, direttore della Pediatria a indirizzo critico dell’azienda ospedalier­a – è stata come operare nei casi di parti urgenti, quando non c’era il tempo materiale per il tampone: non si poteva avere la certezza che la madre fosse libera da Covid». Anche perché ci sono stati dieci casi di mamme positive, la stragrande maggioranz­a prive di sintomi gravi. «Ma due di loro – prosegue Biban – erano in condizioni tali da richiedere cure importanti. In ogni caso, abbiamo quasi sempre cercato di favorire il contatto tra madre e figlio così come l’allattamen­to al seno: nessun bambino ha sviluppato la malattia. Ora stiamo monitorand­o la possibile insorgenza di sintomi tipici della sindrome di Kawasaki (la malattia pediatrica che sta colpendo molti bambini nelle aree interessat­e da Covid 19, ndr) ma al momento non abbiamo riscontrat­o casi».

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Lieto evento Mamma Elisabetta, la sua Alice e il personale medico del Magalini

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