Dal mare alla montagna i villeggianti non ci sono «Sarà l’estate peggiore»
Finora perso un miliardo La Regione: via l’obbligo della mascherina in hotel
Chi ricorda gli anni orribili del turismo? «Furono due», spiega Marco Michielli, presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi. «Luglio 1989: l’acqua del mare si riempì di mucillagine terrorizzando i villeggianti. Poi ci fu il 2002, la prima stagione estiva dopo gli attentati dell’11 Settembre, quando nessuno si fidava a salire su un aereo e le presenze di stranieri precipitarono». Sono passati quasi vent’anni. «Arriveremo a rimpiangere gli arrivi turistici di allora. Questa sarà l’estate peggiore di sempre», dice Michielli.
E pensare che il 2020 era partito alla grande. Dopo le cifre record dello scorso anno (oltre 20 milioni di turisti in ingresso), gennaio aveva registrato un incremento dell’8% del numero di presenze nella nostra regione. Ma già a febbraio l’allarme Covid 19 aveva portato a una contrazione degli arrivi di circa il 7,6%. Con il lockdown, com’è ovvio, la situazione è precipitata. «Gli alberghi e i campeggi evidenziano forti cali, pari a circa il 90% degli arrivi e delle presenze a marzo, e prossimi al -100% ad aprile», si legge nell’ultimo bollettino elaborato dall’Ufficio statistica della Regione. Nel settore, il primo quadrimestre dell’anno in genere pesa per circa il 20% sul fronte delle entrate economiche. E questo significa che finora il Veneto ha perso 780 milioni di euro di introiti derivati dai visitatori stranieri. «Se si aggiungono le spese dei turisti italiani - azzardano i tecnici regionali - si arriva a oltre un miliardo di euro».
E non è finita. Perché è pur vero che ieri hanno aperto i primi stabilimenti balneari (quattro al Lido di Venezia, oltre alla spiaggia libera a ridosso dell’ex Ospedale al Mare) e altri riprenderanno l’attività la prossima settimana, a cominciare da Bibione che sabato inaugura «la più grande spiaggia d’Italia» che, per scongiurare rischi di contagio, arriverà a garantire ai villeggianti fino a
64 metri di spazio sulla sabbia per singolo ombrellone e due sedie a sdraio. Ma le strutture ricettive sono alle prese con un blocco pressoché totale delle prenotazioni.
«La gente è confusa, anche perché non è chiaro quali saranno le regole sulla libertà di spostamento da una regione all’altra e da un Paese all’altro», dice Elisabetta Dotto, titolare dell’Hotel Ambra a Cortina e dell’Excess Venice a Venezia. «Le prenotazioni ormai guardano al 2021, perfino al 2024. Ma quest’anno è ancora tutto fermo, in attesa che il governo riesca ad avviare dei dialoghi proficui con gli altri Paesi, come ha saputo fare, ad esempio, la Grecia».
L’incognita riguarda soprattutto (ma non solo) la risposta dei turisti austriaci e tedeschi, che rappresentano una notevole fetta delle presenze in Veneto. Le prossime settimane saranno decisive, ma secondo il presidente di Confturismo per riaprire le strutture occorre prima sciogliere una serie di incognite. «I tecnici hanno fissato alcune regole assurde e inique - assicura Michielli - a cominciare dall’obbligo, per il gestore, di garantire la distanza di sicurezza tra i clienti.
Metterò dei cartelli, farò moral suasion, ma non possono pretendere che mi infili tra due turisti olandesi per costringerli ad allontanarsi. Gli albergatori non sono carabinieri. La responsabilità di mantenere comportamenti corretti deve ricadere sull’individuo, non su chi lo ospita».
Confturismo, che in Veneto rappresenta 15 mila imprese, ha presentato alla Regione una lista di suggerimenti per agevolare la gestione e la permanenza degli ospiti in alberghi, campeggi e appartamenti. «Alcune di queste richieste verranno accolte - anticipa l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner - e nei prossimi giorni, ad esempio, decadrà l’obbligo della mascherina all’interno delle strutture ricettive: si dovrà indossarla solo quando ci si avvicinerà a meno di un metro da un’altra persona». Caner si sforza di essere positivo: «La situazione è complessa ma non drammatica. Pare che l’Austria garantirà un corridoio ai tedeschi diretti in Italia. Insomma, ci sono i primi segnali del fatto che qualcosa, nel settore turistico, si sta finalmente sbloccando».
Michielli Arriveremo a rimpiangere gli arrivi del 1989, quando il mare si riempì di alghe, e del post-11 Settembre