Meraviglie e visioni riapre villa Bolasco col talento di Marinali
Il Giardino storico di villa Bolasco, a Castelfranco Veneto, un autentico luogo del cuore, proprietà dell’Università di Padova, riaprirà al pubblico il 30 maggio (www.villaparcobolasco.it). Un’icona, forse il parco più bello d’Italia, con i suoi compartimenti regolari, cedrare, orto, brolo e un laghetto navigabile, squarci di luce, colori e riflessi, in un alternarsi di prati, specchi d’acqua, collinette, gruppi arborei. Oggi il Giardino potrebbe celebrare i 300 anni dalla morte dello scultore Orazio Marinali, che lo completò e impreziosì con la cavallerizza, arena per equitazione, coronata da 52 statue, una successione di divinità olimpiche, condottieri, allegorie di vizi e virtù. Ma non solo Castelfranco accoglie la bellezza ritrovata e la genialità di Orazio Marinali, scultore bassanese, morto a Vicenza, il 6 aprile, giusto nel 1720.
Orazio, come altri due fratelli, con cui fece bottega, apprese i rudimenti dell’arte dal padre Francesco, intagliatore in legno, e fece esperienza nella Fraglia dei Muratori e Tagliapietra di Vicenza. La Repubblica Serenissima, fino a Verona e Brescia, si contese le sue opere. Nell’Altare del Rosario, a San Nicolò di Treviso, il Marinali collocò tre tra le sue più importanti creazioni, le statue della Madonna col Bambino, San Domenico e Santa Teresa, e ancora la Santa Felicita nella Basilica di Santa Giustina, a Padova, arricchita pure dalle raffigurazioni dei Santi Pietro e Paolo, o un Ercole che uccide l’Idra che troneggia a Palazzo Leoni Molinari di Vicenza, oggi sede museale delle Gallerie d’Italia di Banca Intesa. Altre opere impreziosiscono la basilica di Monte Berico, il Duomo di Santa Maria in Colle a Bassano, dove eseguì virtuose opere di Santi. La sua effige del patrono San Bassiano, campeggia nella piazza principale della cittadina in riva al Brenta.
A dare sfogo alla sua «immaginazione», sono serviti un repertorio di soggetti innovativi, bassorilievi, stucchi, arredi, oltre a figure, teste, maschere, nani, con cui ha adornato chiese e ville venete, come la monumentale fontana detta La macchina, nel parco della villa Conti Lampertico a Montegaldella o nei vasti complessi di Villa Trissino, ora Marzotto, dopo sparse oltre cento statue a soggetto mitologico, o nella «Rotonda» di palazzo Thiene a Vicenza. Marinali è stato inventore di stili, ha usato gusti caricaturali, elementi grotteschi, che hanno arricchito e avuto grande fortuna non solo nel Settecento.