Movida, sindaci scettici sul ruolo degli assistenti
Ancora polemiche (stavolta dal Pd) sul video della Regione
Smantellata la «trincea stradale», per contenere una nuova ondata di contagi si procede con le fortificazioni delle piazze venete prese d’assalto da migliaia di giovani. Ora spunta l’idea degli «assistenti civici», cioè di volontari che percepiscono il reddito di cittadinanza che i Comuni dovrebbero però formare e assicurare all’Inail. A Roma si registra il battibecco fra il ministero degli Affari regionali guidato da Francesco Boccia, convinto fautore dell’iniziativa e il Viminale che non vuole caricare i prefetti di altre grane dopo codici Ateco e affini. Non va meglio in Veneto dove i sindaci delle città capoluogo, all’unanimità, si dicono quanto meno perplessi. A dare il colpo di grazia è il governatore Luca Zaia che li considera «una sconfitta dal punto di vista sociale. Vuol dire che c’è un problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. A questo punto c’è da chiedersi dove abbiamo fallito, perché se non è passato il messaggio... ».
Le mille piazzette trevigiane avrebbero potuto essere una bomba ticchettante all’ora dello spritz ma, spiega il sindaco e presidente di Anci Veneto, Mario Conte, «non è andata affatto così. Anzi, sono davvero molto soddisfatto. Il bilancio dell’ultimo week end è di un paio di multe, zero risse, al massimo una mezz’ora un po’ faticosa da gestire. Plauso ai titolari che si sono muniti di steward e anche ai cittadini che pur con giornate che invitano alla spensieratezza hanno capito bene l’importanza del distanziamento. Il vero deterrente è la presenza delle forze dell’ordine. Onestamente la figura dell’assistente civico non mi entusiasma. Noi con gli Alpini a gestire ad esempio i mercati ci siamo trovati benissimo. Sono riconosciuti e rispettati dalla gente, dubito che sarebbe lo stesso con altre figure che facciano gli sceriffi senza averne l’autorevolezza». A Treviso gli Alpini, a Vicenza (il cui modello è stato lodato pubblicamente dal governo) la Croce Rossa. «L’ordinanza che prevede le consumazioni solo al tavolo ha funzionato - ragiona il sindaco Francesco Rucco - i gestori in larghissima parte hanno fatto rispettare le regole. Mi spiego: a spazi saturi non servivano più da bere. Confido che non servirà arrivare a ridurre gli orari di apertura. Da noi, poi, fra venerdì e domenica c’è stata solo una multa ma per mancato uso della mascherina. L’auspicio è di continuare così fino al 2 giugno, portando un po’ di
pazienza». Anche a Vicenza gli assistenti civici in piazza non piacciono granché «meglio usarli nei parchi gioco per vigilanza e pulizia delle giostrine» ipotizza Rucco. Fila tutto liscio a Venezia (ma a Santa Margherita si consuma solo seduti e l’hanno deciso i gestori dei bar) e anche qui la già collaudata rete di volontari pare più che sufficiente. Su Padova, una delle città travolte dalla movida, il sindaco Sergio Giordani spiega: «Qui abbiamo una campagna massiccia con 500 manifesti per la mascherina e l’uso coordinato delle forze dell’ordine dà i suoi frutti. Nei luoghi più caldi schieriamo forze dell’ordine, Croce rossa e protezione civile. Gli esercenti hanno assunto addetti alla sicurezza professionali e non escludo di distribuire mascherine in piazza. Al di là del vivace dibattito in corso sugli assistenti civici credo che per le zone calde della movida servano più che altro pubblici ufficiali».
A Verona, epicentro del caos venerdì scorso,il sindaco Federico Sboarina non pensa a un nuovo giro di vite dopo i buoni risultati di sabato e domenica e punta tutto sulle forze dell’ordine. Infine, l’«altro» fronte, quello del marketing duro della Regione con il video-choc sull’happy hour abbinato a fotogrammi delle terapie intensive resta al centro delle polemiche. Si arrabbia, ad esempio, Stefano Fracasso, capogruppo del Pd: «Vicenza e i vicentini non si meritano questa falsa rappresentazione. Il video è fatto con degli attori, ma la città è reale ed è ben diversa dall’immagine che ne esce. La comunicazione sanitaria non può essere fatta con ridicole finzioni». Zaia, da parte sua,cita implicitamente Oscar Wilde («Non importa se bene o male, l’importante è che se ne parli»
ndr) e dice: «Il video anti movida sta facendo parlare e sta raccogliendo gradimenti positivi in merito al `messaggio´. Invito i detrattori a non perdere tempo perché tutte le persone che nel filmato compaiono senza mascherina sono congiunti, marito e moglie, fratello e sorella. Quindi auspico che si evitino `lezioni´ sui social. Le comparse sono state selezionate, quello che si vede non sono immagini di una piazza vera ma è stata creata ad hoc. Le immagini degli ospedali,invece, sono autentiche».