Piscine, parchi, terme Chi apre e chi ci rinuncia
In città operative da ieri le Monte Bianco, sabato Le Grazie (ma senza centro estivo); Santini in stand-by Annuncio del Rio Valli: chiuso per tutto l’anno
Il semaforo è verde: qualcuno prova a scattare, altri non ancora, in un caso ci si rinuncia. Riaprire è una gimcana anche per piscine e parchi acquatici, sfogo sociale non da poco dopo due mesi di reclusione forzata. Il punto sono le norme di sicurezza. Su tutte, i sette metri quadri per cliente in vasca, nelle aree verdi e solarium. Tradotto: alle capienze ridotte e ai minori introiti s’aggiungono i costi per controlli, adeguamenti e sanificazioni continue (vedi i lettini).
Se in provincia spicca l’annuncio dell’Acquapark Riovalli di Cavaion, che quest’anno non riaprirà, in città c’è il caso delle piscine Santini, riferimento per la zona di Borgo Trento e non solo, il cui gestore, Sport Management, caldeggiava di nuovo un incontro col Comune, in una nota di ieri, ribadendo che «la riapertura dei nostri impianti in tutt’Italia resta strettamente correlata alle disponibilità delle amministrazioni comunali a supportarci in questa delicata fase 2». Il presidente della società, Sergio Tosi, spiega: «Dallo Stato, fin qui, solo belle parole. A meno di un intervento del Comune, anche a Verona saremo costretti a far pagare di più, altrimenti non stiamo in piedi. Sarebbe servito un tavolo tra l’amministrazione e i gestori delle strutture comunali. Riapertura? Di solito, alle Santini, avviene il 3 o 4 giugno: proveremo per quella data». Le altre piscine cittadine? Le Monte Bianco sono ripartite ieri, solo vasca esterna e solarium per ora, poi per i primi di giugno si conta di rendere disponibile tutto: «Non è facile — spiegano dalla struttura vicina a San Michele Extra — Ci sono spese aggiuntive, per riaprire. Tra le norme pratiche: spogliatoi chiusi, niente docce, solo cabine a rotazione. L’afflusso calerà del 60% e le misure di sicurezza speriamo siano alleggerite altrimenti lo sforzo non è sostenibile. I prezzi d’ingresso restano tali, ci sarà un ritocco solo sui lettini per le spese di sanificazione. Ripartiremo anche con i centri estivi per i bambini».
Quei centri estivi, per dire, alle piscine Le Grazie, per quest’estate, saltano: «Noi sabato riapriamo il lido e da lunedì tutti i corsi — dice la responsabile, Roberta Francola — Ma i centri estivi sono troppo rischiosi, far mantenere le distanze ai bambini è impossibile. I prezzi? Invariati. Capienza? Sarà -30%. Tutti i dipendenti confermati, anzi, servirà del personale in più per controllare il rispetto delle misure. Certo, per gli operatori del settore è dura, senza tutele».
Ci spostiamo alle Golosine, piscine gestite da In Sport: «Riapriamo le vasche lunedì prossimo — dice il direttore Alessandro Poli — La capienza sarà per forza ridotta ma il personale riusciamo a confermarlo e qualcuno in più servirà. I prezzi? Confermati. Quanto ai centri estivi ci stiamo adoperando, non abbiamo ancora indicazioni chiare, proveremo a farli ricominciare dal 15 giugno».
E la provincia? Ieri è tornato attivo il Caneva, a Lazise. Ad Aquardens stanno lavorando per riaprire e a breve sono attese novità. Idem dal Pico Verde di Custoza. A Caldiero, le Terme di Giunone ripartiranno il 5 giugno. Da giovedì, invece, piscine termali aperte a Villa Quaranta. Dal Cavour di Valeggio dicono: «L’idea è provare a riaprire, siamo abbastanza fiduciosi ma dobbiamo fare il piano prima di prendere la decisione finale. Comunque per essere pronti servirà circa un mese. Le misure sono troppo restrittive ma vogliamo tentare».
Poi c’è appunto il Riovalli. Così il proprietario, Vanni Orlandi: «La Regione ha concesso l’utilizzo di tutte le strutture ma resta il problema sostanziale della gestione dello spazio. In un parco come il nostro, capienza massima di 1.700 persone, soltanto 130 potrebbero stare in acqua nello stesso momento. Quindi, come garantire che tutti i clienti usufruiscano di tutti i servizi per cui hanno pagato? Dovrei controllare quanto tempo trascorre in acqua ogni cliente: impensabile». C’è poi il fatto di dover aumentare il personale per garantire sanificazione di bagni, docce e aree comuni, rispetto della distanza e uso delle mascherine nelle aree comuni. «A fronte di ciò saremmo costretti ad aumentare il prezzo d’ingresso e questo non lo vogliamo fare perché abbiamo scelto di essere una realtà low cost vista l’esigenza di moltissime famiglie — riflette Orlandi — Tra le altre cose, per il resto, avremmo anche inaugurato una nuova attrazione: un investimento oneroso che non potremo ammortizzare».