Flor: «I reagenti di Londra? Pochi, per provare i test»
Partita l’indagine per cercare gli anticorpi
«Se non avessimo usato i reagenti dell’Imperial College di Londra, ci avremmo impiegato un mese e mezzo a sviluppare i tamponi, con tutta la burocrazia che ci hanno messo in mezzo». E’ uno dei tanti j’accuse lanciati alla Regione dal professor Andrea
Crisanti, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Padova. Alla richiesta scritta di spiegazioni in merito inviata dal governatore Luca Zaia dovrà ora rispondere il direttore generale, Luciano Flor. Che anticipa: «Sto raccogliendo la documentazione relativa agli acquisti fatti per il funzionamento del laboratorio dall’inizio dell’emergenza. Ma posso già dire che a fine gennaio, quando ancora non era scoppiata la pandemia, nel nome della collaborazione tra Crisanti e l’Imperial College nel quale ha lavorato, abbiamo ricevuto quantità modeste di primer, sostanze progettate per individuare il virus. Sono servite a mettere a punto il metodo diagnostico utilizzato in seguito, non a fare tamponi di massa, che ancora non erano partiti. Fino al 12 febbraio ne avevamo effettuati solo 82 — aggiunge Flor — e per di più la quantità di primer giunta da Londra non avrebbe potuto riempire una bottiglietta da mezzo litro. Nulla a che vedere con gli interi bancali di reagenti impilati da terra al soffitto che stiamo comprando dal 21 febbraio in poi. Crisanti è stato previdente a iniziare per tempo con l’aiuto dell’Imperial College, ma si è trattato di una prova generale, non della pratica quotidiana».
Intanto continua a scendere il numero dei contagi: ieri gli 8177 tamponi eseguiti (totale di 590.886) ne hanno riscontrati 7. «Ormai l’incidenza è sotto l’1 per mille — conferma Zaia — però aspettiamo di vedere i dati del 28 maggio, a dieci giorni dalle riaperture». E’ meno impattante anche il numero dei decessi, 7, mentre i ricoveri si riducono ancora: a 462 (-19) in reparto e a 38 (-2) nelle Terapie intensive, che si stanno svuotando.
Ieri infine è iniziata l’indagine di sieroprevalenza avviata dal ministero della Salute con l’Istat e la Croce Rossa per capire quanti italiani abbiano sviluppato gli anticorpi al Covid-19, anche in assenza di sintomi. In Veneto saranno sottoposti a prelievo, in 84 strutture pubbliche e accreditate, 10.580 volontari tra zero e oltre 70 anni, selezionati dall’Istat e contattati dalla Cri (coordina il comitato di Padova, con l’infermiera Chiara Cavazzini), che procederà all’esame. Anche a domicilio, per i soggetti fragili. I campioni verranno esaminati nei laboratori degli ospedali di Padova, Treviso, Mestre e Bassano.
Luciano Flor Il materiale di Imperial College è arrivato a gennaio, quando ancora non c’era la pandemia