«Non c’è solo Crisanti» Carrellata di volti nuovi sotto i riflettori di Zaia
Dice di voler fare «da paciere» tra gli scienziati, il governatore Luca Zaia, «rimetterò a posto i cocci» sospira. Ma la strategia a questo punto è chiara ed è tesa a ridimensionare il ruolo di Andrea Crisanti, entrato in rotta di collisione con lo stesso Zaia e con la direttrice del Dipartimento di prevenzione della Regione Francesca Russo. Come? Offrendo la ribalta, di volta in volta, a tutti gli altri protagonisti della battaglia al coronavirus, i componenti di quella «squadra veneta» contrapposta «ai solisti» fin qui emersi agli occhi dell’opinione pubblica. La prima, appunto, è stata Russo, sconosciuta ai più anche perché allergica ai riflettori, eppure osannata da Zaia come «la vera madre del piano che ha salvato il Veneto» (parole da cui è discesa la polemica con Crisanti). Quindi è toccato a Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia di Treviso, di cui il governatore ha elogiato stakanovismo e ingegno («La provetta pool è l’uovo di Colombo!»). E ieri ecco l’infettivologa di Verona Evelina Tacconelli, di cui Zaia ha letto riga per riga il lungo curriculum, per poi sentenziare: «Una vera purosangue». Lei si è schermita: «Non vado in tivù e sui giornali, non esprimo opinioni personali». Sospiri di sollievo in sala. Che si sono allargati in veri e propri sorrisi quando per ben due volte, su plasma e scuole, ha rifiutato invasioni di campo: «Scusate - ha tagliato corto - ma questo non è di mia competenza». (ma.bo.)