Corriere di Verona

La Mostra del Cinema per ora resiste «Ci vuole coraggio e buona volontà»

- Fiorella Girardo

È l’unico grande evento che il Covid non è riuscito ad abbattere, un vessillo non solo per la regione e l’Italia, ma - data la risonanza internazio­nale – per tutto il mondo dello spettacolo. Dopo la cancellazi­one del Festival di Cannes previsto a maggio, dopo il recente ammaina bandiera di Locarno che ha deciso di rinunciare alla sua kermesse agostana, optando per un’edizione online, la Mostra del Cinema della Biennale rimane l’ultimo baluardo della settima arte davanti allo tsunami sanitario che ha sconvolto il pianeta. Spostata al prossimo anno l’esposizion­e di Architettu­ra, Ca’ Giustinian difende a denti stretti la più longeva rassegna cinematogr­afica, che porterà al Lido di Venezia dal 2 al 12 settembre un’edizione ridotta, ma allo stesso tempo simbolica della ripresa del settore. Domenica scorsa anche il governator­e del Veneto Luca Zaia ha assicurato che la kermesse si farà, notizia poi ripresa dalla stampa straniera, a rinsaldare le speranze dopo il rinvio dei Mondiali di Sci alpino di Cortina al 2022. Citando uno studio che classifica settembre come un mese «sicuro», il governator­e ha ribadito che «sarà un’occasione per mostrare che qui si riparte». Anche dall’entourage del sindaco lagunare fanno sapere «stiamo lavorando per trovare nuovi spazi per proiezioni all’aperto, non possiamo permetterc­i di rinunciare anche al Cinema».Dello stesso parere, pur partendo da consideraz­ioni diverse è Francesco Bonsembian­te, il produttore che con la sua Jolefilm è stato presente più volte nelle varie sezioni della Mostra lidense. «Apprezzo molto il coraggio e la volontà di farla – spiega il padovano -, non è solo il segnale forte che tutti aspettiamo, ma un’opportunit­à che il cinema italiano non può perdere. Quest’anno ci sarà più spazio per presentare le produzioni nazionali, abbiamo film pronti che non sono potuti andare a Cannes e che attendono solo di essere mostrati al grande pubblico. Venezia è la vetrina giusta». E a Verona sindaco e presidente della Fondazione Arena chiedono ai parlamenta­ri veronesi di portare a Roma la richiesta di deroga al limite di spettatori in Arena per non ammazzare una stagione estiva già compromess­a. La richiesta è di poter accogliere fino a 3.000 spettatori, anziché i 1.000 fissati.

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