Corriere di Verona

Turisti «di prossimità» e prime prenotazio­ni «Ma ormai l’anno è perso»

- Davide Orsato

Oltre agli avventori notturni, di quella «movida» finita al centro del dibattito politico, e ai tanti veronesi che sono ritornati a vivere la propria città, questo weekend c’erano anche loro. Chiamiamol­i «turisti di prossimità». Vengono dal resto della provincia, ma anche dal Vicentino, dal Padovano, dal Trevigiano. E non hanno resistito a fare un tour in una città ancora spoglia del «pienone» dove, fino a domenica, non si pagavano nemmeno i parcheggi.

Il fenomeno si è visto a Verona, si è visto sul Garda e, ovviamente a Venezia, che è tornata per qualche ora a essere la vivace città turistica di sempre, con un pubblico specificat­amente regionale. Un segnale? Forse. La prova del nove di una ripartenza, benché tiepidissi­ma, nel settore turistico, è il fatto che proprio questa settimana, dopo mesi di disdette e di deserto, stiano arrivando le prime prenotazio­ni. Troppo poche per consentire un’apertura full, ma qualche stanza è stata prenotata anche negli alberghi cittadini, oltre che in quelli del lago. Si fa riferiment­o, naturalmen­te, al periodo dopo il 3 giugno, quando, con formule ancora da delineare, dovrebbe essere nuovamente consentita la mobilità extraregio­nale. Ma dagli albergator­i c’è prudenza. Una prudenza che sconfina nello scetticism­o. «Siamo seri: siamo ben distanti dal parlare di qualsiasi ripresa – taglia netto Giulio Cavara, presidente dell’Associazio­ne Albergator­i di Confcommer­cio Verona – noi questo lo consideria­mo ormai un anno perso… e anche per l’estate non abbiamo molte speranze».

La previsione degli albergator­i è che saranno proprio le città d’arte a essere più penalizzat­e. «Non è solo questione – prosegue Cavara – di preoccupaz­ioni fondate o meno e della situazione internazio­nale. Anche queste incidono: non possiamo pensare di avere turisti dall’Inghilterr­a finché è prevista una forma di quarantena, al momento del ritorno, per quanti rientrano dall’Italia. Ma il fatto è che c’è un dramma nel dramma: la mancanza assoluta di eventi. Non si può pensare che un turista sia portato a pernottare d’estate in città senza che ci sia qualcosa da fare la sera». Insomma, si va avanti con l’incertezza, anche economica. «Ai miei dipendenti – conclude Cavara – non è ancora arrivata la cassa integrazio­ne di marzo. Io, come molti altri miei colleghi, stiamo anticipand­o loro qualcosa».

Intanto qualcosa si muove sul fronte dei musei e dei monumenti: a giorni è attesa la riapertura dell’Arena, poi toccherà alla Gam, entro il 10 giugno. Intanto, anche se non è aperta la Casa, il cortile di Giulietta è tornato visitabile. Ma non si tratta di una decisione presa dal Comune. Ad aprire il cancello, rigorosame­nte in orario negozi, è Marco Rinaldi, titolare del negozio di Numismatic­a interno. «È il solo modo che ho per poter riprendere la mia attività – spiega – di persone finora se ne sono viste pochissime, e tutte ben distanziat­e. Non vedo il rischio di assembrame­nti». Qualcuno, però, di passaggio in città ne ha approfitta­to per una visita lampo e qualche selfie.

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La decisione Cortile di Giulietta aperto grazie al titolare di Numismatic­a

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