Turisti «di prossimità» e prime prenotazioni «Ma ormai l’anno è perso»
Oltre agli avventori notturni, di quella «movida» finita al centro del dibattito politico, e ai tanti veronesi che sono ritornati a vivere la propria città, questo weekend c’erano anche loro. Chiamiamoli «turisti di prossimità». Vengono dal resto della provincia, ma anche dal Vicentino, dal Padovano, dal Trevigiano. E non hanno resistito a fare un tour in una città ancora spoglia del «pienone» dove, fino a domenica, non si pagavano nemmeno i parcheggi.
Il fenomeno si è visto a Verona, si è visto sul Garda e, ovviamente a Venezia, che è tornata per qualche ora a essere la vivace città turistica di sempre, con un pubblico specificatamente regionale. Un segnale? Forse. La prova del nove di una ripartenza, benché tiepidissima, nel settore turistico, è il fatto che proprio questa settimana, dopo mesi di disdette e di deserto, stiano arrivando le prime prenotazioni. Troppo poche per consentire un’apertura full, ma qualche stanza è stata prenotata anche negli alberghi cittadini, oltre che in quelli del lago. Si fa riferimento, naturalmente, al periodo dopo il 3 giugno, quando, con formule ancora da delineare, dovrebbe essere nuovamente consentita la mobilità extraregionale. Ma dagli albergatori c’è prudenza. Una prudenza che sconfina nello scetticismo. «Siamo seri: siamo ben distanti dal parlare di qualsiasi ripresa – taglia netto Giulio Cavara, presidente dell’Associazione Albergatori di Confcommercio Verona – noi questo lo consideriamo ormai un anno perso… e anche per l’estate non abbiamo molte speranze».
La previsione degli albergatori è che saranno proprio le città d’arte a essere più penalizzate. «Non è solo questione – prosegue Cavara – di preoccupazioni fondate o meno e della situazione internazionale. Anche queste incidono: non possiamo pensare di avere turisti dall’Inghilterra finché è prevista una forma di quarantena, al momento del ritorno, per quanti rientrano dall’Italia. Ma il fatto è che c’è un dramma nel dramma: la mancanza assoluta di eventi. Non si può pensare che un turista sia portato a pernottare d’estate in città senza che ci sia qualcosa da fare la sera». Insomma, si va avanti con l’incertezza, anche economica. «Ai miei dipendenti – conclude Cavara – non è ancora arrivata la cassa integrazione di marzo. Io, come molti altri miei colleghi, stiamo anticipando loro qualcosa».
Intanto qualcosa si muove sul fronte dei musei e dei monumenti: a giorni è attesa la riapertura dell’Arena, poi toccherà alla Gam, entro il 10 giugno. Intanto, anche se non è aperta la Casa, il cortile di Giulietta è tornato visitabile. Ma non si tratta di una decisione presa dal Comune. Ad aprire il cancello, rigorosamente in orario negozi, è Marco Rinaldi, titolare del negozio di Numismatica interno. «È il solo modo che ho per poter riprendere la mia attività – spiega – di persone finora se ne sono viste pochissime, e tutte ben distanziate. Non vedo il rischio di assembramenti». Qualcuno, però, di passaggio in città ne ha approfittato per una visita lampo e qualche selfie.