Cartiera, dopo il fallimento spunta un’evasione da 1,4 milioni
Imu e Tasi non pagate dal 2014: il Comune si insinua nel passivo
Cartiera Ca’ di David, dopo il «the end» decretato dal Tribunale con la sentenza di fallimento pronunciata lo scorso 17 marzo, spunta un’evasione tributaria a scapito del Comune da quasi un milione e mezzo di euro.
Ammonta per l’esattezza a un milione e 411 mila euro, infatti, il totale non riscosso dalle casse comunali sul fronte di Imu e Tasi. Un’«amnesia» tributaria, quella riscontrata da Palazzo Barbieri a carico della Cartiera di Ca’ di David, che si stava protraendo addirittura dal 2014. Ragion per cui, con una determina, l’amministrazione ha disposto di insinuarsi adesso nel passivo della Cartiera, attualmente in stato di liquidazione giudiziale.
Dopo l’incontro del 23 settembre 2019, quand’era stata confermata dalla Provincia di Verona la diffida al gestore della cartiera di proseguire nell’attività, al tempo già ridotta, ed era stata negata l’Autorizzazione Integrata Ambientale viste e considerate le gravi violazioni ambientali, due mesi fa il tribunale ha infatti decretato la definitiva sentenza di fallimento a seguito del mancato pagamento di fornitori e creditori diversi per cifre che si aggirano dai 37mila a 76mila euro ai quali si aggiungono gli stipendi arretrati dei dipendenti per un valore di circa 75mila euro. Nonostante nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda fosse giunta ai 35 dipendenti, la proprietà ha dovuto, come da prassi, consegnare entro 3 giorni i relativi bilanci nonché le proprie scrittura contabili e fiscali e l’elenco dei creditori. Questo in vista dell’udienza programmata per il prossimo 3 luglio, quando si svolgerà davanti al giudice la verifica dello stato passivo che porrà di fatto fine a una situazione che da anni si trascinava tra Comune, enti e aule di tribunali.
E proprio in vista di quell’appuntamento, l’amministrazione ha provveduto ad accertare «l’entrata relativa all’attività di recupero dell’evasione per gli avvisi di accertamento relativi alle annualità 2014/2019 che sono conservati agli atti dell’Unità Organizzativa Tributi Accertamento e Riscossioni». Dal conteggio, è emerso per Palazzo Barbieri un mancato introito complessivo pari a un milione 411.057,11: per la maggior parte, si è trattato di un’evasione tributaria relativa all’Imu ( per una cifra totale di un 1 milione 94.352,76 euro); mentre i restanti 316.704,35 euro, invece, sono riferiti al mancato pagamento da parte della Cartiera della Tasi. Tra le righe della determina comunale, quindi, si dà atto che per la società in oggetto è stata emessa sentenza di fallimento da tribunale di Reggio Emilia in data 17 marzo 2020, e di procedere quindi alla insinuazione al passivo. Inoltre, nel provvedimento si dispone di «dare atto che l’imputazione delle somme sul bilancio di esercizio avviene in base al nuovo principio di competenza finanziaria potenziata e che, peraltro, l’importo accertato e non riscosso, sarà iscritto nella procedura di ingiunzione fiscale secondo le norme vigenti in materia di riscossione coattiva». Infine, Palazzo Barbieri precisa «che la corrispondente entrata è esigibile entro il corrente esercizio finanziario».