Corriere di Verona

L’imprendito­re, il pilota, il mecenate Se ne va anche Paolo Marzotto

Muore l’ultimo figlio maschio di Gaetano Junior: «Ci fece iniziare dalla fabbrica»

- Andrea Alba

L’imprendito­re, ma anche il mecenate e il «conte volante». È mancato Paolo Marzotto, l’ultimo tra i figli maschi di Gaetano Junior ancora in vita, dell’omonima dinastia tessile di Valdagno (Vicenza). Con lui se ne va un pezzo del Veneto «che fu», della regione uscita in macerie dal Dopoguerra ma con tanta voglia di ricomincia­re e crescere: lavorando sodo, generando ricchezza e benessere, costruendo pure passione sportiva. Paolo Marzotto incarnava anche questo aspetto, alternando alla fabbrica anche sfrenate gare automobili­stiche. «Ci chiamavano i conti volanti – ricordava con un sorriso Marzotto in un’intervista di un anno fa – e avevamo corstante so tutti: ma i più veloci eravamo io e Giannino».

Il conte Paolo avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 9 settembre. Dei figli di Gaetano Junior, oggi rimane solo Laura: negli anni scorsi sono mancati via via Umberto, Pietro, Vittorio, Italia e Giannino. Con loro era andata spegnendos­i la generazion­e che più aveva visivament­e incarnato, nel Dopoguerra, il successo dei Marzotto. Paolo lascia la moglie Caroline, sposata in seconde nozze, e le figlie Veronica e Dominique (figlie della prima moglie Florence, scomparsa nel 2012).

Come amava ricordare il conte, Gaetano Junior aveva «iniziato» lui e i fratelli al lavoro in fabbrica già da giovanissi­mi: «Noi tutti abbiamo cercato di portare avanti l’impresa di nostro padre – erano le parole di Paolo Marzotto, alcuni mesi fa – dal momento in cui divenimmo diciottenn­i venimmo immersi negli affari. Papà era deciso, inizialmen­te ci diceva cosa fare e dove andare. Essere imprendito­ri allora voleva dire essere in fabbrica con un contatto cocoi dipendenti: la cosa bella è che oggi, a distanza di tanti anni, i nostri ex dipendenti si ricordano di noi e sono contenti di salutarci. L’imprendito­re di allora vedeva tutti i giorni certi dettagli mentre oggi il contatto è spesso meno personale e più indiretto. Si può fare tanto anche a distanza col telefonino».

Ma il conte Paolo era finito spesso sulle cronache nel secondo Dopoguerra anche per le imprese sportive. Amava la caccia ma soprattutt­o il volante, ed era stato uno dei dominatori delle magiche stagioni legate ai primi circuiti automobili­stici e competizio­ni d’epoca: correva Paolo come correvano i fratelli «conti volanti», Giannino, Umberto e Vittorio Emanuele, e tutti amavano sfrecciare in pista sulle Ferrari. Ma proprio Paolo era considerat­o il più veloce: gareggiò con onore a Le Mans e in alcune delle Mille Miglia succedutes­i in Italia. Si impose nel Giro delle Calabrie, nel Giro di Sicilia, nella Coppa delle Dolomiti, il circuito di Pescara e quello di Senigallia, oltre alla Salita delle

Torricelle.

Oltre al Paolo «pilota», c’era poi il Paolo mecenate: da parte del conte non è mai mancato il sostegno alla fondazione valdagnese Marzotto, realtà che con le sue varie attività da 60 anni si prende cura di bambini e anziani nella città dell’Ovest Vicentino. Non più tardi di un mese fa, Paolo con la moglie Caroline aveva deciso di aderire all’iniziativa avviata da Aci Vicenza in favore degli anziani ospiti delle case di riposo del Vicentino: l’iniziativa, nata per dare fondi per la prevenzion­e del contagio da Covid-19 nelle case di riposo, si è concretizz­ata pochi giorni fa con la donazione di 78 mila euro a centri di servizio pubblici e no profit.

Dopo aver contribuit­o, assieme ai fratelli, a far crescere l’omonima impresa del tessile e dell’abbigliame­nto di famiglia, Paolo Marzotto si era allontanat­o dal settore per dedicarsi alla produzione vitivinico­la. Il conte produceva vino in Sicilia, e collaborav­a alle attività del Gruppo Santa Margherita, polo vitivinico­lo fondato a Portogruar­o nel 1935 da Gaetano Junior. Il gruppo è proprietà dei quattro figli di Vittorio Emanuele Marzotto: Stefano Marzotto presiede Zignago holding, Nicolò Marzotto è nel cda, Luca è vicepresid­ente e Gaetano presidente del gruppo.

Proprio quest’ultimo condivide un affettuoso ricordo dello zio Paolo: «È stato per me e i miei fratelli Stefano e Luca uno zio vicino, che ci ha aiutato molto quando è morto nostro padre – ricorda Gaetano Marzotto - È stato un personaggi­o eclettico, con cui ho condiviso molto: andavo a caccia con lui ed è stato il mio predecesso­re in Santa Margherita dove ha compiuto investimen­ti importanti, a partire dall’acquisizio­ne del 60 per cento di Ca’ del Bosco nel 1993. Era innamorato di sua moglie Florence e ha sofferto moltissimo alla sua morte. Ha cercato poi di rifarsi una vita: aveva bisogno di condivider­e la sua vitalità. Era un carattere tosto, duro, ma dentro una persona simpatica e buona. Una persona speciale».

L’Inps del Veneto ha sino ad oggi versato gli importi dovuti per 27.628 domande di cassa integrazio­ne in deroga, pari al 79% di quelle autorizzat­e, a favore di 76.643 lavoratori totali. Lo comunica la direzione regionale, sottolinea­ndo come il numero di ore e assegni di Cig in deroga pagate finora sia superiore a quello relativo a qualsiasi anno precedente e alla somma delle domande giunte fra il 2009 ed il 2011, cioè gli anni più critici per le conseguenz­e della crisi finanziari­a globale del decennio scorso. La provincia veneta dalla quale è giunto il numero più alto di domande è stata Padova, con 5.570, seguita da Verona (5.382), per un numero di lavoratori interessat­i corrispond­ente, nell’ordine, a 16.060 e 15.989. Le province dalle quali il numero di richieste si colloca in coda alla classifica sono Rovigo (1.230) e Belluno (890). Nel mese di aprile le ore di Cassa integrazio­ne complessiv­e autorizzat­e sono state 121 milioni, di cui 99 milioni di Cig ordinaria e 11 milioni in deroga. Il direttore della sede regionale, Antonio Pone (nella foto), assicura che l’istituto continuerà a tenere aggiornati gli utenti sul completame­nto delle operazioni di pagamento nei prossimi giorni.

Il ricordo Eravamo a contatto coi dipen-denti, im-mersi nel giorno per giorno

Il nipote Gaetano: in Santa Margherita compì investimen­ti di rilievo

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