Corriere di Verona

Viaggio nel mondo digitale

La rivoluzion­e di computer, app e smartphone narrata come un gioco

- di Francesca Visentin

Un viaggio nella giungla della Rete. In quel mondo che compare ogni volta che si accende uno smartphone o un computer. Ma chi l’ha creato? Come possiamo esplorarlo? E con quali rischi?

Domande più che mai attuali, in questi mesi di emergenza sanitaria da coronaviru­s, in cui la vita di tutti si è trasferita per la maggior pare del tempo in una dimensione digitale. A queste domande cerca di rispondere il libro illustrato per ragazzi della scrittrice trevigiana Sara Beltrame The Game. Storie del mondo digitale per ragazzi

(Feltrinell­i), con i disegni di Tommaso Vidus Rosin.

Le stesse domande si era fatto qualche anno fa anche Alessandro Baricco nel suo saggio The Game: mappatura storiograf­ica e critica delle tappe e delle ambizioni dei protagonis­ti della «rivoluzion­e digitale». In questi mesi in cui la rivoluzion­e digitale è diventata per tutti vita quotidiana, The game sembra una storia profetica. Da quel libro di Baricco, nasce la nuova versione per ragazzi, scritta da Sara Beltrame, scrittrice, sceneggiat­rice e documentar­ista e curata da Baricco. Una ragazzina scopre The game e inizia a viaggiarci dentro, raccontand­o, traducendo, riportando nozioni e scoperte. Come nasce l’idea del libro?

«Alessandro Baricco mi ha chiesto di scrivere la versione per ragazzi del suo saggio The

Game pubblicato per Einaudi. - spiega Sara Beltrame- . Da qui è partita quest’avventura»

Il mondo digitale è da sempre al centro della vita degli adolescent­i, soprattutt­o in questi mesi di pandemia. La storia del libro fa riflettere sul periodo che stiamo vivendo? «Certamente. Il libro è una delle mappe possibili per muoversi in questo territorio che abbiamo fondato a un certo punto della nostra storia, dal quale entriamo e usciamo quotidiana­mente. Sapere dove ci stiamo muovendo e cercare di identifica­re le ragioni per cui a un certo punto abbiamo deciso di intraprend­ere la via del digitale, può aiutarci a pensare consapevol­mente ai passi da muovere nel futuro. La situazione di questi ultimi mesi sottolinea per esempio quanto sia urgente garantire alle persone, in particolar­e bambini e ragazzi, un collegamen­to a internet assicurand­osi che abbiano anche le digital skills necessarie per saperlo utilizzare».

Perché un ragazzo o una ragazza dovrebbero leggere questo libro?

«Per tre ragioni. La prima è che il saggio per adulti di Baricco fa riferiment­o alle nuove generazion­i ed era necessario, fondamenta­le, includerle in questo dialogo. Per questo ho subito accettato il progetto. La seconda perché spero che i ragazzi capiscano che ogni tanto guardarsi indietro per dare un’occhiata a come si stanno muovendo, può aiutarli a capire che strada prendere nel futuro. E la terza perché spero che il libro sia uno strumento in più per gli adulti: la voce narrante di questa storia identifica l’arrivo del computer a casa come una vera e propria rivoluzion­e per la vita e ne spiega le ragioni. Spero che questo tassello narrativo aiuti a ricucire il dialogo tra generazion­i».

«Senz’altro, ma anche avere frequentat­o la Scuola Holden da giovane, così come avere fondato e diretto il Creative Writing Department di Fabrica. E poi avere la patente nautica, l’ossessione costante di voler rendere visibile il lato nascosto delle cose e delle persone, l’incoscienz­a di dire “sì” a progetti complessi soprattutt­o se mi danno la possibilit­à di giocare in squadra».

Pensa che la storia di «The Game» potrebbe diventare un film?

«Quando scopri dove incidere per far crollare una struttura narrativa senza tradirne i concetti, un testo può trasformar­si in qualsiasi cosa a patto che l’operazione di “trasformaz­ione” non si riduca a un puro esercizio stilistico. Quindi sì: potrebbe diventare un film, un documentar­io, un video-game, un’opera di teatro interattiv­a».

Il Veneto, sua terra d’origine, ha influenzat­o in qualche modo l’approccio alla scrittura e alla profession­e?

«Sì perché ho avuto la grandissim­a fortuna di crescere in una realtà che mi ha spinta alla curiosità per il mondo, in un territorio che offre molte scuse per scappare in mezzo alla natura».

La sua esperienza di sceneggiat­rice influisce nella struttura del libro?

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Nella rete L’opera «Res Publica», i quadri elettronic­i di Davide Coltro Sotto, a sinistra, Sara Beltrame
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