Hellas, primo allenamento e «no» alle gare alle 16,30
Primo allenamento di gruppo. L’Hellas attende le date ufficiali, critiche alle partite estive di pomeriggio
Fa effetto rivedere – sia pure con gli occhi della mente, e non dal vivo: l’accesso allo Sporting Center Paradiso di Peschiera del Garda è soggetto a rigorosissime restrizioni, a norma di legge – le immagini dei giocatori del Verona muoversi sul campo, andare al tiro, contrastare, recuperare e toccare palla, cercare meccanismi di gioco che sono stati messi in archivio dai lunghi mesi di lockdown.
L’Hellas, ieri, ha ripreso gli allenamenti di squadra, l’ha fatto con una seduta che è iniziata alle 18.30, diretta con il consueto piglio da Ivan Juric. Dal campo filtrano indicazioni all’insegna della prudenza, e non può che essere così. La preparazione, quella vera, è cominciata così, e ci sarà da correre per riportare il Verona a una condizione che si avvicini, perlomeno, a quella che i gialloblù avevano prima che il coronavirus invadesse l’Italia.
La stagione si è fermata e adesso riparte, nelle scorse ore si è riunito il Consiglio della Lega A. Proprio l’Hellas potrebbe essere il primo a tornare a giocare, nel recupero della partita con il Cagliari rinviata il 23 febbraio. La Lega spinge perché il nuovo via al campionato sia il 13 giugno, come già proposto, ma prende corpo l’idea che (con un probabile slittamento al 20 giugno del programma completo) in quella data, vadano in scena proprio gli incontri spostati, tra cui quello del Verona con il Cagliari.
Fosse così, l’Hellas andrebbe in campo in anticipo sul resto della Serie A e avrebbe ancora meno tempo per migliorare sul piano dello stato di forma. Ci sono infortuni da evitare e ci sarà da fronteggiare un clima torrido tra picchi di temperatura e afa alle stelle, con i giocatori «spremuti», per uno sforzo fisico pesante, sotto un sole opprimente Si guarderà alle scelte di gioco, ma pure al meteo.
Tanti dubbi, eppure il sistema calcio ha deciso che non si può dire basta: troppo alta la posta, con le entrate prodotte dai diritti tv e le sponsorizzazioni che potrebbero saltare, conducendo a una crisi economica strutturale per un comparto dal fatturato multimiliardario. Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori, l’ha detto con chiarezza, intervenendo a Radio Kiss Kiss: «Si deve essere consapevoli che non sarà una cosa normale, sarà una cosa arrangiata, ristretta nel tempo, ci saranno difficoltà ed anomalie e bisognerà saper gestire la situazione per arrivare ad avere verdetti decisi dal campo».
Intanto, l’ipotesi che siano messe in calendario partite da disputare alle 16.30, insieme alle «finestre» delle 18.45 e delle 21, ha sollevato ulteriori critiche e prese di posizione. L’Assocalciatori ha espresso la propria totale contrarietà, mentre Enrico Castellacci, presidente dei medici sportivi del calcio, già responsabile sanitario della nazionale italiana, ha evidenziato, facendo leva anche sulla propria esperienza con gli Azzurri: «È difficile giocare a quell’ora perché in estate fa molto caldo. Mi ricordo il mondiale in Brasile, giocammo con un tasso di umidità del 90% all’una del pomeriggio. Sono climi difficili da sopportare». Siamo soltanto all’inizio.