Addio a Idelmo, cuore leghista guardia del corpo di Bossi e Tosi
Con l’ex sindaco legame indissolubile. Le corse in auto e la pistola
Stroncato da un infarto, si è spento l’altro giorno Idelmo Benedetti. Aveva 60 anni, e per un decennio era stato un piccolo protagonista della vita quotidiana di Palazzo Barbieri. Autista, guardia del corpo, amico e tuttofare dell’allora sindaco Flavio Tosi, incarnava l’anima originaria e ruspante della Lega di quei tempi. Prima d’incontrare Tosi era stato anche la guardia del corpo di Umberto Bossi, e per certi periodi anche di Aldo Brancher, storico trait d’union tra il Carroccio e Silvio Berlusconi.
Erano anni per molti versi turbolenti, e la pistola che Idelmo (per chi lo frequentava, solo «Ide») continuava a portare sotto la giacca ne era un significativo souvenir. Quella pistola era stata autorizzata con regolare decreto del Ministero dell’Interno, così come autorizzata era la velocità, decisamente ai limiti del folle, con cui Idelmo guidava l’Audi blindata del sindaco, spesso vantando i suoi record autostradali (meno
Il lavoro e la natura Idelmo con dei funghi che aveva raccolto. Oltre al lavoro amava la campagna e la natura di mezz’ora da Venezia a Verona).
Pistola e grinta alla guida non riuscivano peraltro a cancellare la bonarietà, il sorriso, la capacità di empatia del suo possessore.
Proverbiali i suoi orari di lavoro: in giro con Tosi dall’alba a notte fonda, poi a casa, fin su a Sant’Anna d’Alfaedo, e poi ancora la sveglia alle 5 del mattino, per riprendere a bordo il sindaco e ricondurlo a palazzo Barbieri oppure in giro, sempre ben al di sopra dei 150 all’ora, sulle autostrade di tutta Italia. Sette giorni su sette, salvo l’eventuale «giorno libero» che trascorreva spaccando la legna o tagliando il fieno, e preparando gargantuesche porzioni di polenta e soppressa per gli amici.
Leghista da sempre, dopo 25 anni di militanza aveva abbandonato il partito per restare al fianco di Tosi dopo la clamorosa espulsione del «suo» sindaco: ma la decisione gli era costata non poco, visto che a quel partito era stato legatissimo, perfino nei dettagli (come quello di offrire ai cronisti sigarette marca «Terre del Nord», mai viste prima a Verona).
L’abitudine di guidare a velocità dal Formula Uno (peraltro sempre autorizzate con regolari normative pe i servizi di scorta) gli costò un grave incidente, nel maggio 2013, che lo costrinse, forse per la prima volta in vita sua, a fermarsi per parecchi mesi. Adesso, il cuore l’ha di nuovo fermato. Stavolta per sempre.
Idelmo Benedetti aveva 60 anni ed è morto l’altro giorno stroncato da un infarto.
Leghista della prima ora è stato guardia del corpo di Bossi e Brancher prima di incontrare Flavio Tosi per il quale è stato anche autista, tuttofare e amico tanto da lasciare la Lega quando fu espulso
Il 53enne di Villafranca è morto domenica sera dopo che con la sua moto, percorrendo la sp 53 a Mozzecane, si è schiantato contro il guard-rail