«Deroghe per l’Arena non mi arrendo»
Arena, Sboarina rilancia: «Il primo esito non è stato dei più favorevoli, ma di sicuro non mi arrendo».
«Il primo esito non è stato dei più favorevoli, ma di sicuro non mi arrendo». Il sindaco Federico Sboarina cerca di nascondere la sua delusione per i primi contatti tra i parlamentari veronesi e il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, sulle richieste per aiutare la ripartenza dell’Arena di Verona. Come abbiamo anticipato ieri, il ministro, durante un incontro a margine dei lavori della Camera, lunedì alle 18, ha spiegato ad alcuni deputati del suo stesso partito, il Pd, che le regole sono state fissate dai tecnici del Comitato che affianca il premier Conte («gli scienziati» li avrebbe definiti Franceschini) e che una deroga per l’Arena non sarebbe possibile, almeno per ora. Un atteggiamento negativo che poi è stato confermato ufficialmente ieri mattina quando, proprio alla Camera, il governo è stato bocciato un ordine del giorno della Lega, con immediate proteste dell’ex ministro Lorenzo Fontana («ritenteremo in Senato») e Vito Comencini («il governo ha dato uno schiaffo al mondo della cultura e dello spettacolo»). Sboarina ha intanto inviato a Roma il protocollo stilato dalla Fondazione per assicurare lo svolgimento degli spettacoli di agosto mantenendo la distanza di un metro, l’uso delle mascherine, la mappatura degli spazi, il palco al centro della platea e via dicendo. In questo modo, il sindaco ha reso ufficiale la proposta veronese, e ieri l’ha illustrata con un esempio: «Se un ristorante ha una sala che contiene 10 tavoli, - ha detto il sindaco - potranno andarci in pochi, ma se un altro ristorante ha invece un salone da 200 posti, sarebbe assurdo fissare un numero uguale di possibili clienti, o no?». In ogni caso, la «stagione ridotta» prevista per i fine settimana di agosto dovrebbe svolgersi comunque, con una revisione del progetto iniziale già messa allo studio. Sboarina si è detto favorevole ad una riunione straordinaria del consiglio comunale, chiesta dalle minoranze.
Ieri mattina, intanto, i sindacati della Fondazione lirica hanno incontrato il Prefetto, Donato Cafagna, portando ulteriore sostegno alle richieste di aumentare gli spettatori (da mille a tremila) e di fare arrivare ulteriori sostegni economici. Inoltre i sindacati stanno valutando una manifestazione per rilanciare l’appello per tornare al lavoro e per la salvaguardia della Fondazione Arena. I dipendenti areniani sono particolarmente penalizzati da questa crisi. I circa mille stagionali sono a casa, senza tutele. I dipendenti con contratto a tempo indeterminato sono invece in cassa integrazione (per il settore si chiama Fis) e percepiscono circa metà dello stipendio. Attingendo alle risorse erogate in altre Fondazioni è possibile «integrare» il loro reddito pur salvaguardando l’obbligo di assicurare il pareggio di bilancio come prevede la legge. A Verona, però, spiegano dalla sede di via Roma, il danno per la mancata vendita di biglietti è enormemente più alto (coprendo più del 50% delle entrate, mentre altrove ci si ferma attorno al 15 per cento). E anche per questo, la richiesta di passare da mille a tremila spettatori potrebbe dare un aiuto davvero importante.
L’incontro
I sindacati della Fondazione dal Prefetto per rilanciare la richiesta di più spettatori. Si valuta anche una manifestazione