Banche, richieste Fir alla fase finale Ma è già rebus sui controlli fiscali
Comitati preoccupati per le verifiche dell’Agenzia delle entrate: «Altri due anni per i ristori»
Banche, le domande al Fondo indennizzo risparmiatori entrano nella fase finale. Ma è già rebus sui controlli dell’Agenzia delle entrate. A venti giorni dalla scadenza, il 18 giugno, per la presen-tazione delle domande, si apre già la partita successiva delle verifiche fiscali sulle domande di ristoro, secondo lo schema del 30% con tetto di centomila euro, giunte alla Consap, che stanno salendo a centomila complete (quelle su Bpvi e Veneto Banca sono circa il 60%). E così, da un lato, la società del Tesoro che gestisce domande e rimborsi, ha fatto scattare, lunedì, la procedura di richiesta, via mail, ai risparmiatori di integrare entro 60 giorni eventuali documenti mancanti; mentre, dall’altro, il ministero dell’Economia ha messo in moto i controlli sulla correttezza dei dati dichiarati per rientrare nei parametri del rimborso semplificato (35 mila euro di reddito e 100 mila di patrimonio nel 2018), decisivi per far pagare a Consap i i rimborsi.
«La commissione tecnica Fir ha deliberato l’invio dei dati all’Agenzia delle entrate - ha detto nei giorni scorsi il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa -. Il ministero dell’Economia aveva stabilito che l’Agenzia dovrà confermare il rispetto o meno dei requisiti. Sono certo che il direttore Rufre fini procederà a un rapido riscontro dei dati, senza lungaggini burocratiche».
Ma la questione, dopo il 18 giugno, rischia di esser più complicata. Lo ha fatto capire ieri, in un’interpellanza al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il parlamentare vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin. Che fa rilevare come non risulti che Commissione tecnica e Agenzia delle entrate abbiano raggiunto «modalità concordate» sulle verifiche, secondo l’invito di Villarosa. «Ma senza un preciso disposto normativo, si deve concludere che il termine finale per gli adempimenti è quello ordinario per gli accertamenti tributari: cinque anni. I risparmiatori sono giustamente preoccupati per il dilatarsi dei tempi d’indennizzo, che rischiano di diventare biblici». «È incredibile che Villarosa si affidi al buon cuore dei vertici dell’Agenzia delle entrate, invece di assumersi la responsabilità di fissare la procedura con cui le due strutture devono risolvere il problema», aggiunge il parlamentare. E il problema, nel ginepraio di norme e prassi, rischia di diventare inestricabile. Per dire: l’Agenzia opererà i controlli con una corsia dedicata, rispetto a quella ordinaria? E se, come fa rileva
qualche fiscalista, una dichiarazione dei redditi non è definitiva prima di cinque anni, tra accertamenti o cambiamenti d’iniziativa dei contribuenti, chi si assumerà la responsabilità di pagare prima, sia il rimborso che un acconto?
Così mano a mano che guardano oltre il 18 giugno, le associazioni capiscono che rischia di aprirsi un’altra partita estenuante. «Devono risolvere il problema, mantenere gli impegni: i risparmiatori non possono attendere ancora», dice Patrizio Miatello di Ezzelino. «Siamo molto preoccupati per i tempi dell’Agenzia, con i controlli a tappeto. Dopo aver lottato per cinque anni, temiamo che le liquidazioni non possano arrivare prima di altri due dice Valter Rigobon, leader regionale di Adiconsum Cisl, che ha presentato duemila domande -. Abbiamo già posto il problema e proposto una soluzione in tre passi: pagamento di un acconto del 40% alle domande complete, convocazione rapida per risolvere gli errori formali, controlli a campione dell’Agenzia. Siamo di fronte alla partita più difficile, ancora tutta politica. Hanno affrontato l’emergenza virus con i decreti del presidente del consiglio. Lo usino anche per qesta emergenza».