Corriere di Verona

In centro i primi turisti

Primi visitatori, tutti veneti. Gli albergator­i: «Il 90% di noi è ancora chiuso e le prenotazio­ni non arrivano». Agriturism­i, calo dell’80%

- Di Matteo Sorio

Qualcosa, quanto a giro «locale» di turisti, che si tratti di veronesi o veneti, prende a muoversi. Ma non è molto. E non è certo ciò che davvero serve all’economia del centro storico.

Marito e moglie, vicentini, lasciano il tavolo di un locale di via Rosa, dove hanno appena pranzato: «Siamo diretti sul lago ma ci siamo fermati in città». Una famiglia di Padova, in via Mazzini, con le biciclette dietro: «Siamo sul lago fino a martedì (oggi, ndr) e abbiamo raggiunto la città in bici, a Bardolino c’è un po’ più di gente, noi le vacanze quest’estate le faremo qui in Veneto anziché all’estero». Qualcosa, quanto a giro «locale», che si tratti di veronesi o veneti, prende a muoversi. Ma non è molto. E non è certo ciò che davvero serve all’economia del centro storico, che registra cali di fatturato tra 70 e 80% ed è tutta tesa nell’aspettare domani, con la riapertura tra regioni (si punta su bresciani e mantovani) ma soprattutt­o nel guardare al 15 giugno, quando in teoria ci sarà lo sblocco delle frontiere. «Anche lì però staremo a vedere», precisa Ivan De Beni, presidente di Federalber­ghi Garda Veneto, «perché qui sul lago, dove il 95% degli alberghi è chiuso e molti proveranno a riaprire a inizio luglio, gli inglesi slittano al 2021, sui tedeschi c’è incertezza col loro governo che li invita a rimanere in Germania o andare in Croazia, Spagna, Grecia, dove il Paese ha fatto investimen­ti economici, e infine l’Austria continua a fare muro con l’Italia». Di questo ponte del 2 giugno, insomma, si può dire che registri dei primi, timidi segnali quanto a movimento prettament­e interno. Prendiamo due giorni fa: buon afflusso sul lago, idem in città. Proprio in città, peraltro, nel giorno in cui decadeva l’obbligo di usarle all’esterno, si contava ieri ancora una larga maggioranz­a di persone con le mascherine. «Non sapevo che in Veneto avessero tolto l’obbligo di indossarle fuori», «Preferisco usarla comunque», le risposte principali. Torniamo al «giro». Raccontano dall’Impero, locale di Piazza Dante: «Qualcosa si muove. Ma rispetto allo stesso periodo, un anno fa, si lavora il 70% in meno. Nel weekend abbiamo avuto clienti da Treviso e Venezia. Speriamo nei lombardi, da mercoledì, soprattutt­o gente da Brescia, Mantova, Milano». Che dicono i negozi di via

Mazzini? Così da Boggi, brand di abbigliame­nto: «Un po’ più di afflusso c’è. Ma imparagona­bile a prima. Aspettiamo con ansia che torni a regime l’aeroporto Catullo, sperando ci siano turisti stranieri, come i tedeschi, con più capacità di spesa». Dal Liston 12, piazza Bra, fanno sapere che «il weekend è andato meglio, però senza gli stranieri non ci sono i numeri per rientrare dalle spese fisse». Intanto, fuori da alcuni locali di Corso Portoni Borsari e via Cappello sono spuntati i primi plateatici «allargati». Quanto ad alberghi e locazioni turistiche, il quadro resta nero. Spiega Giulio Cavara, presidente degli albergator­i di Confcommer­cio: «Il 90% di noi è ancora chiuso e i telefoni, per le prenotazio­ni, non suonano». A rimorchio Enrico Perbellini della Cooperativ­a albergator­i: «È tutto piatto. Aspettiamo il 15 giugno. Verona ha bisogno del turismo internazio­nale e di eventi che, a oggi, mancano». Stessa musica per gli agriturism­i: «Calo di presenze dell’80% rispetto al ponte del 2019», stimava ieri Coldiretti Verona.

De Beni Stranieri dal 15 giugno? Staremo a vedere se verranno

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Anche nel cortile della Casa di Giulietta sono tornati i turisti Nella foto Federica e Mattia che sono arrivati da Vicenza
(Foto Sartori) Il bacio nel cortile Anche nel cortile della Casa di Giulietta sono tornati i turisti Nella foto Federica e Mattia che sono arrivati da Vicenza
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