Corriere di Verona

Progetto filobus, la svolta «Cambierà radicalmen­te»

Sboarina: l’emergenza ha cambiato tutto. Tecnici già all’opera

- di Lillo Aldegheri

Il filobus per Verona non si farà, almeno nella versione di cui s’è parlato negli ultimi anni e di cui è già in corso la realizzazi­one in molti quartieri cittadini. Dopo il colloquio col ministro delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli, di cui abbiamo scritto ieri, il sindaco Federico Sboarina ha confermato la disponibil­ità del governo a cambiare radicalmen­te il progetto, mantenendo i finanziame­nti già decisi. Sboarina: l’emergenza ha cambiato tutto. Tecnici già all’opera.

Il filobus per Verona non si farà, almeno nella versione di cui s’è parlato negli ultimi anni e di cui è già in corso la realizzazi­one in molti quartieri cittadini. Dopo il colloquio col ministro delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli, di cui abbiamo scritto ieri, il sindaco Federico Sboarina ha confermato la disponibil­ità del governo a cambiare radicalmen­te il progetto, mantenendo i finanziame­nti già decisi. Sboarina ha spiegato che «l’emergenza Coronaviru­s ha avuto un impatto devastante ed ha cambiato tutto, anche nel settore del trasporto pubblico: una delle ditte coinvolte nel progetto, la Clea, ha chiesto al tribunale un concordato preventivo, mentre i cantieri che stavano per aprire, a partire da quello enorme per il sottopasso di via città di Nimes avrebbero un impatto enorme, ed è lecito chiedersi, a questo punto, se ne valga la pena».

Di qui la richiesta al ministro di cambiare direzione, salvando il contributo statale a favore di Verona, che è di circa 85 milioni di euro.E già ieri i tecnici si sono messi al lavoro per mettere nero su bianco un’ipotesi alternativ­a, che la De Micheli e Sboarina deciderann­o «entro questo mese».

Ma cosa potrebbe arrivare al posto del filobus? L’unica condizione posta assolutame­nte dal ministro e dal dirigente del settore, professor Catalano, è che il nuovo mezzo di trasporto sia «a guida vincolata». Ed una delle ipotesi possibili è quella di utilizzare autobus elettrici, che seguano percorsi obbligati per viaggiare da una centralina all’altra per il caricament­o della batteria.Ricordiamo che di nuovo mezzo di trasporto di massa si parla a Verona dal lontanissi­mo 1994, quando da Palazzo Barbieri (commissari­o prefettizi­o Alberto De Muro) partì la richiesta al governo di finanziare una nuova tramvia. La tramvia diventò poi un filobus. E adesso diventerà qualcos’altro ancora. Intanto scoppia l’ennesimo pandemonio politico. Per il Pd, Federico Benini ed Elisa La Paglia tuonano che «il sindaco si sveglia 6 mesi dopo lo stop ad una nostra mozione che chiedeva di cambiare strada, e adesso smentisce clamorosam­ente il presidente Amt Francesco Barini che meno di una settimana fa aveva fatto sapere che non c’era alcun problema.» Michele Bertucco (Sinistra in Comune) parla di «maggioranz­a allo sfascio» e di «vaneggiame­nti di un sindaco lasciato solo dai suoi stessi alleati», e sostiene che «l’unica verità che conta resta quella scritta nel contratto firmato con l’Ati (associazio­ne temporanea di impresa) nel 2012 e nella consegna dei lavori effettuata a partire dal 2016. Forse Sboarina ha intenzione di chiedere a Roma i soldi anche per ricomincia­re da zero con il filobus? Per creare mobilità sostenibil­e – conclude Bertucco - servono prima di tutto le idee, e una cultura che i vari Sboarina, Padovani, Polato, Maschio, protagonis­ti a suo tempo dell’affossamen­to della tramvia in favore di quest’opera monca che è il filobus, purtroppo non hanno, e intanto Verona resta l’unica città di rilievo nel raggio di 100 chilometri a non disporre di un mezzo di trasporto pubblico rapido e di massa.

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Cambio in corsa Un cantiere per i lavori del filobus
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Un cantiere per i lavori del filobus il Comune intende cambiare il progetto
Cambio di programma Un cantiere per i lavori del filobus il Comune intende cambiare il progetto

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