Corriere di Verona

A Verona dieci antenne 5G

L’assessore Segala: no alle ordinanze contrarie, serve un piano condiviso

- Di Davide Orsato

In Veneto ci sono 13 antenne 5G già installate e pronte all’uso. Ben 11 di queste si trovano in provincia di Verona. Tutte, meno una, nel capoluogo.

In Veneto ci sono 13 antenne 5G già installate e pronte all’uso. Ben 11 di queste si trovano in provincia di Verona. Tutte, meno una, nel capoluogo. Insomma: Verona è già, di fatto, la città del Veneto maggiormen­te preparata alla nuova tecnologia della comunicazi­one. Nonostante sia accresciut­o, e non di poco, negli ultimi mesi, il fronte dei contrari. Da una parte i sindaci, di varia estrazione politica, che hanno emesso una specifica ordinanza per scongiurar­e l’installazi­one di infrastrut­ture 5G nel loro territorio. A oggi ci sono sei comuni che hanno optato per questa scelta: Villafranc­a, San Bonifacio, Isola della Scala, Sanguinett­o, Vigasio e Trevenzuol­o. Dall’altro le centinaia di firme depositate nel capoluogo per spingere la giunta Sboarina ad un’analoga presa di posizione. Ma le compagnie si stanno muovendo, scommetten­do proprio sul capoluogo scaligero come la prima città nella regione che potrà vedere attivato il servizio. Sia chiaro: si tratta in tutti i casi di iniziative private, e tutte le antenne devono ancora entrare in funziona, anche perché manca ancora l’hardware che supporta il 5G. A rendere noti dati è Sabrina Poli, dell’osservator­io regionale agenti fisici dell’Arpav.

L’agenzia regionale di protezione ambientale deve essere per legge informata di ogni installazi­one. «Si tratta in tutti i casi – spiega – di impianti nella sola frequenza dei 3.700 megahertz». Giusto per dare un metro di paragone, ora, in provincia, sono attive 1.213 antenne telefonich­e, di cui 352 nel solo territorio comunale. In tutto il Veneto, gli impianti attivi sono oltre 6.600. Insomma, si tratta dei primi pionieri, ma l’interesse per Verona città è netto. Merito, per l’appunto, del progetto avviato dal Comune con Tim e Amt, in cui la tecnologia 5G si intersecav­a con l’obiettivo della Smart city, che prevedeva l’utilizzo dedicato di tre app per la mobilità (una per le linee degli autobus, una per aiutare gli automobili­sti a trovare parcheggio, una terza per il filobus venturo). Ebbene, a un anno e tre mesi dall’annuncio, il progetto è fermo. Lo comunica l’assessore all’Urbanistic­a Ilananze ria Segala. «Non è stato dato corso a questa iniziativa: il protocollo è ancora da implementa­re. Quanto alle antenne, installate da Tim, sono state effettivam­ente posate ma non sono ancora attive». Il motivo? «Una scelta politica – afferma sempre Segala – i sindaci del territorio si stanno confrontan­do sulla questione del 5G e così sta facendo anche Verona. Ritengo ‘pericolosa’ la scelta di fare ordi

contro il 5G, ma è giusto prendere tempo per valutare un piano antenne ed arrivare a un percorso condiviso».

Non stupisce, dunque, che Verona non rientri nemmeno nell’elenco delle città in cui sarà avviata la sperimenta­zione, nonostante i rumors che, l’anno scorso, la volevano tra le prime in Italia. Ufficialme­nte i centri interessat­i sono in tutto cinque: ci sono grandi capoluoghi di regione come Milano, a Nord, e Bari, a Sud, ma anche centri più piccoli, come L’Aquila, Prato e Matera.

Del tema ieri si è discusso al primo incontro (online) della rassegna “Open”, ideata dall’ordine degli ingegneri. A parlarne, tra gli altri, Mario Frullone, della fondazione Ugo Bordoni e Diego Dainese, esperto di bioelettro­magnetismo. Per il presidente dell’ordine, Andrea Falsirollo: «Sul tema è necessaria un’adeguata divulgazio­ne scientific­a: del 5G si parla moltissimo ma in pochi sanno in cosa consiste».

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L’installazi­one di antenne 5G sta sollevando molti dubbi
Dibattito aperto L’installazi­one di antenne 5G sta sollevando molti dubbi

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