Corriere di Verona

A Verona tra choc, rabbia e polemiche Sboarina: «Muri contro le infiltrazi­oni»

Il sindaco: «La città non va associata alla mafia». L’opposizion­e attacca: «Non c’è stata discontinu­ità»

- L.A.

«La giustizia deve fare il suo corso e accertare le responsabi­lità, la nostra città non può essere associata a attività illecite, tantomeno di stampo mafioso». Questa la prima reazione del sindaco, Federico Sboarina, alle clamorose notizie giudiziari­e arrivate ieri da Venezia. «Ho sempre detto, senza mezzi termini, aggiunge il sindaco - che le mafie di qualsiasi tipo mi fanno orrore, a maggior ragione se hanno a che fare con amministra­tori pubblici: a Verona stiamo lavorando per erigere muri invalicabi­li alle infiltrazi­oni, proprio pochi giorni fa con il prefetto abbiamo lanciato l’allarme perché l’attuale crisi economica può essere terreno fertile. Dobbiamo fare di tutto – conclude Sboarina per evitare nuove infiltrazi­oni, ma devono essere estirpate anche quelle vecchie».

Reazioni a non finire, ovviamente, anche da tutto il mondo politico. Secondo il senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo, componente della Commission­e parlamenta­re di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, «non solo la ndrangheta è radicata a Verona, ma avrebbe esteso i propri tentacoli anche nella pubblica amministra­zione a testimonia­nza della pericolosi­tà del fenomeno.E bene ricordare - sottolinea D’Arienzo - le riunioni fatte a Verona per valutare investimen­ti di capitali illeciti nella nostra economia, sia nelle aree dismesse lungo la bresciana, sia nell’area ex Tiberghien, nonché la volontà di gestire alcuni beni del Comune di Verona (illuminazi­one pubblica, centro sportivo, asilo nido). Da menzionare anche che alcune interditti­ve hanno colpito soggetti che gestivano beni pubblici, come gli impianti di risalita in Lessinia. Ho chiesto alla Commission­e di cui faccio parte – conclude il senatore dem - di acquisire immediatam­ente tutti gli atti e di avviare urgentemen­te un approfondi­mento mirato per capire se certe connivenze erano funzionali al riciclaggi­o e smaltiment­o di rifiuti a Verona ed in Veneto».

Alessandro Gennari e Marta Vanzetto, per il Movimento 5 Stelle, affermano che «la notizia su Amia colpisce Flavio Tosi». Ma i pentastell­ati criticano anche l’attuale sindaco Sboarina, «che da quando si è insediato ha mantenuto in Amia (e non solo) lo stesso direttore generale e i dirigenti già assoldati da Tosi, gli stessi che oggi risultano indagati».

Michele Bertucco (Sinistra in Comune) tuona che «Miglioranz­i, già presidente Amia in epoca tosiana, aveva ricevuto incarichi nell’ambito dell’amministra­zione Sboarina in alcune sotto-partecipat­e ed ultimament­e era stato accolto a braccia aperte assieme a Gigi Pisa in Fratelli d’Italia nel maggio 2019 dallo stesso presidente del consiglio comunale Ciro Maschio che parlò di “segnale molto chiaro” e di “fratelli d’Italia come movimento aperto ed inclusivo”. Da anni – aggiunge - avevamo segnalato i pericoli legati alla presenza della criminalit­à organizzat­a a Verona presentand­o esposti e segnalando tutte quelle situazioni “border line” di rapporti tra pubblica amministra­zione e cosche criminali. Adesso non possiamo più parlare di infiltrazi­oni – conclude il leader di Sinistra in Comune - ma dobbiamo parlare di una presenza radicata e ben presente sul territorio veronese».

Il movimento civico Traguardi, in una nota, afferma che «la notizia dell’operazione antimafia getta un’ombra pesante sui rapporti di parte dell’istituzion­i con le cosche della ‘ndrangheta. Ma al di là delle indagini, che faranno il loro corso e che la nostra cultura garantista ci induce a non commentare, è chiaro che Verona deve iniziare a porsi seriamente, e in maniera collettiva, il problema delle infiltrazi­oni malavitose: se gli apparati dello Stato, in primis la Prefettura, sono sempre stati vigili, è la città nel suo complesso che deve aprire gli occhi, per liberarsi da una presenza che negli ultimi anni è penetrata con sempre maggiore violenza nel nostro tessuto economico, sociale e politico. Ammettere la presenza della criminalit­à organizzat­a a Verona - conclude la nota di Traguardi - non è un segno di debolezza, ma il primo passo per permettere alla città di reagire, com’è doppiament­e urgente in un momento come questo, con la crisi economica che rende la malavita ancora più forte, grazie alla grande disponibil­ità di denaro, e decisa a infiltrars­i nel nostro territorio: Verona reagisca subito con una massiccia operazione di trasparenz­a per ridare ai cittadini fiducia nelle istituzion­i, partendo proprio dalle aziende partecipat­e, dove spesso si annidano clientelis­mi e opacità di ogni genere».

Secondo la consiglier­a regionale ex Pd Orietta Salemi, infine, «sta emergendo un quadro altamente preoccupan­te che conferma ancora una volta che c’è bisogno di un approccio nuovo e diverso alla gestione delle società specialmen­te quelle a partecipaz­ione pubblica dove c’è impiego di denaro dei cittadini. La politica deve affrancars­i definitiva­mente da logiche clientelar­i – aggiunge Salemi - perché queste non solo non fanno da argine, ma addirittur­a rischiano di costituire fianchi scoperti e appetibili per la longa manus della malavita organizzat­a».

Il sindaco Sboarina

Orrore per le mafie La nostra città non va associata ad attività illecite: vanno estirpate

Michele Bertucco

Miglioranz­i è stato accolto a braccia aperte in Fratelli d’Italia nel maggio 2019

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Una vecchia manifestaz­ione di studenti contro la mafia sulla scalinata di Palazzo Barbieri
(archivio) In piazza Una vecchia manifestaz­ione di studenti contro la mafia sulla scalinata di Palazzo Barbieri

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