Corriere di Verona

La storia

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Gli anni da bandito

Soprannomi­nato «Faccia d’Angelo», per lungo tempo Felice Maniero è stato il capo indiscusso della Mala del Brenta, un’organizzaz­ione criminale attiva in Veneto tra gli anni Ottanta e Novanta, responsabi­le di rapine, assalti a portavalor­i, colpi in banche e in uffici postali, ma anche di omicidi e di traffico di armi e di droga. Per la prima volta si parlò di associazio­ne mafiosa riferendos­i a una banda composta quasi esclusivam­ente da uomini del nord Italia.

Il «pentimento»

Protagonis­ta di diverse evasioni, Felice Maniero fu arrestato nel novembre del 1994 e pochi mesi dopo divenne collaborat­ore di giustizia. Con le sue dichiarazi­oni contribuì a smantellar­e l’organizzaz­ione criminale che lui stesso aveva messo in piedi, consentend­o agli inquirenti di arrestare decine di persone. da allora Maniero ha ottenuto di cambiare identità e di creasi una nuova vita. Alcuni anni fa, con le sue rivelazion­i fece arrestare anche il cognato che per anni aveva gestito il suo «tesoro»

L’arresto e la condanna

Nell’ottobre dello scorso anno Felice Maniero viene nuovamente arrestato. Stavolta è accusato di maltrattam­enti in ai danni della donna che per 27 anni le è sempre stata accanto. A partire dal 2016 avrebbe sottoposto la compagna a umiliazion­i, insulti e botte. Lui ha in parte ammesso le proprie colpe, ridimensio­nandone però la portata. Ieri in tribunale a Brescia, Felice Maniero è stato condannato a sei anni, ridotti a 4 per la scelta del rito abbreviato.

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