De Biasi: «Ripartire, ora si può ma sarà un’incognita per tutti Una sorpresa? Dico Verona»
Il tecnico trevigiano e il calcio veneto già pronto ai nastri di partenza
Gianni De Biasi, il calcio italiano sta per ripartire. da allenatore navigato lei che cosa ne pensa?
«Qualche settimana fa sarei stato contrario. Le condizioni non c’erano, tanti morti, ogni giorno un bollettino di guerra e il Paese aveva altro a cui pensare. Adesso che la situazione è migliorata: penso che si possa ricominciare, sia pure senza pubblico».
Quando si ripartirà ci sarà la possibilità di sostituire cinque giocatori come in C. Ritiene giusta questa modifica regolamentare?
«Credo che sia una cosa intelligente. Siamo di fronte a qualcosa mai accaduto prima, una situazione contingente che non ha eguali. Giocare in estate, spesso ogni tre giorni, comporta un dispendio di energie maggiore».
Parliamo di calcio veneto e partiamo dalla serie A. Il Verona fa meraviglie.
«Il caso del Verona è un unicum nel panorama italiano. Una squadra che in partenza tutti davano per retrocessa e invece ha fatto qualcosa di eccezionale. È andata oltre ogni immaginazione: si è creato un connubio forte fra squadra e ambiente che ha portato la squadra ai confini dell’Europa».
È Ivan Juric il segreto del successo?
«Ha lavorato con un grande allenatore come Gasperini, ne ha carpito segreti, modo di fare e idee di gioco. Le ha portate a Verona, adattandole alla squadra. Sì, ha fatto qualcosa di eccezionale».
Diventerà più forte del maestro?
«Beh, non ho la sfera di cristallo, dipenderà da un sacco di fattori che al momento nessuno può conoscere».
Un giocatore gialloblù che l’ha sorpresa?
«Kumbulla. È albanese e come sapete io ho allenato la
Nazionale, è cresciuto tantissimo nel corso della stagione e ha dimostrato di poter stare benissimo in A, con ampi margini di miglioramento in prospettiva futura».
Passiamo alla B. Il Cittadella è sempre lì a lottare per grandi traguardi...
«Ha un’organizzazione societaria eccellente. Ha un direttore come Marchetti bravissimo e un allenatore capace. Sono riusciti anche a superare la delusione della finale promozione persa. In pochi ci sarebbero riusciti».
Un nome tra i granata?
«Manuel Iori. Il giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere, il trait d’union fra campo e panchina».
Il Chievo dove arriverà?
«Credo che andrà ai playoff, poi l’esito finale poi è tutto da scrivere».
Anche qui un nome.
«Dico Vignato. Spero che non si perda per strada, perché ha tante qualità»
Il Venezia invece lotta per la salvezza...
«Mi sarei aspettato qualcosa di più. Ma mancano ancora dieci partite e può completare la sua missione».
Chi l’ha sorpresa maggiormente fra i giocatori arancioneroverdi?
«Aramu, uno scuola Toro. Ha qualità, determinazione e numeri importanti. Queste ultime partite sono importantissime per lui».
Vicenza quasi in B. Una promozione meritata?
«Il vantaggio sulla seconda non è stratosferico ma questa promozione, se arriverà, sembrava tracciata dall’estate scorsa. Un nome fra i biancorossi? Dico Rigoni, dentro e fuori dal campo è una presenza fondamentale».
Il Padova era partito bene, poi si è perso. Perchè?
«Piazza particolare, non è mai facile fare risultato. Se andrà ai playoff può dire la sua. Fra i giocatori punto su Ronaldo,in C è un lusso».
De Biasi, perché non è ancora tornato in pista?
«Perché non si sono create le condizioni giuste per poterlo fare».
Il suo nome era stato accostato alla Spal. Perché non se n’è fatto nulla?
«Ci siamo parlati ma non abbiamo trovato l’intesa».
Il nuovo start tra i «pro» «Cittadella e Chievo per i playoff: dal Venezia mi aspettavo di più. Vicenza giustamente in B, il Padova può dire la sua negli spareggi promozione»