Cinquemila mascherine (col trucco) sequestrate dalla Guardia di finanza
Oltre 5mila mascherine chirurgiche provenienti dalla Cina e indebitamente marchiate col simbolo di conformità «Ce» sono state scoperte e sequestrate nei giorni scorsi dalla guardia di finanza , a seguito di un controllo in una ditta della zona di Villafranca operante nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e tabacchi. Il titolare dell’azienda è stato perciò denunciato alla Procura per il reato di frode nell’esercizio del commercio. L’operazione delle Fiamme gialle, che si inserisce tra le molte svolte dall’inizio della pandemia per contrastare attività illecite compiute da aziende che approfittano dell’emergenza da Covid-19 per fare affari, ha portato appunto al ritrovamento, nel magazzino dell’esercizio commerciale del Villafranchese, di 5100 dispositivi di sicurezza acquistati dalla Cina e pronti per essere rivenduti nei supermercati e nelle farmacie del territorio. Sulle confezioni era riportato il
Le mascherine irregolari sequestrate dalla Guardia di Finanza marchio «Ce» dell’Unione europea, col quale si attesta la conformità del prodotto agli standard qualitativi previsti dalle relative norme tecniche europee per le mascherine a uso medico, ovvero le mascherine chirurgiche.
A seguito della verifica sulla validità e l’attendibilità della documentazione destinata a provare la conformità dei prodotti, i baschi verdi hanno scoperto che l’unico documento in possesso del titolare dell’esercizio commerciale era un certificato di conformità apparentemente rilasciato da un ente cinese di Shenzhen privo, però, di validità all’interno dell’Ue. La certificazione esaminata sui dispositivi di sicurezza rinvenuti nel magazzino dai militari, e di conseguenza l’applicazione del marchio di conformità, che garantisce che gli stessi soddisfano i requisiti di produzione e di performance delle mascherine chirurgiche nel rispetto delle norme tecniche di settore, sono risultati, quindi, privi di qualsiasi valore legale.
E pensare che, stando a quanto sottolineato dalla guardia di finanza, il titolare, ora denunciato, avrebbe potuto avvalersi della procedura in deroga ammessa dal decreto legge 18 del 2020, che permette di importare e rivendere le mascherine anche in assenza della certificazione «Ce», previa, però, autorizzazione dell’Istituto superiore di sanità. Salgono, così a dieci gli imprenditori denunciati dai baschi verdi negli ultimi tre mesi per irregolarità nella gestione della produzione, importazione e immissione in commercio di dispositivi di sicurezza anti Coronavirus.
Negli ultimi tre mesi, i militari hanno sequestrato oltre 63mila mascherine (25 mila dispositivi di protezione individuale e 38mila dispositivi medici) e oltre 584 litri di gel