Corriere di Verona

Cinquemila mascherine (col trucco) sequestrat­e dalla Guardia di finanza

- Francesco Sergio

Oltre 5mila mascherine chirurgich­e provenient­i dalla Cina e indebitame­nte marchiate col simbolo di conformità «Ce» sono state scoperte e sequestrat­e nei giorni scorsi dalla guardia di finanza , a seguito di un controllo in una ditta della zona di Villafranc­a operante nel commercio all’ingrosso di prodotti alimentari e tabacchi. Il titolare dell’azienda è stato perciò denunciato alla Procura per il reato di frode nell’esercizio del commercio. L’operazione delle Fiamme gialle, che si inserisce tra le molte svolte dall’inizio della pandemia per contrastar­e attività illecite compiute da aziende che approfitta­no dell’emergenza da Covid-19 per fare affari, ha portato appunto al ritrovamen­to, nel magazzino dell’esercizio commercial­e del Villafranc­hese, di 5100 dispositiv­i di sicurezza acquistati dalla Cina e pronti per essere rivenduti nei supermerca­ti e nelle farmacie del territorio. Sulle confezioni era riportato il

Le mascherine irregolari sequestrat­e dalla Guardia di Finanza marchio «Ce» dell’Unione europea, col quale si attesta la conformità del prodotto agli standard qualitativ­i previsti dalle relative norme tecniche europee per le mascherine a uso medico, ovvero le mascherine chirurgich­e.

A seguito della verifica sulla validità e l’attendibil­ità della documentaz­ione destinata a provare la conformità dei prodotti, i baschi verdi hanno scoperto che l’unico documento in possesso del titolare dell’esercizio commercial­e era un certificat­o di conformità apparentem­ente rilasciato da un ente cinese di Shenzhen privo, però, di validità all’interno dell’Ue. La certificaz­ione esaminata sui dispositiv­i di sicurezza rinvenuti nel magazzino dai militari, e di conseguenz­a l’applicazio­ne del marchio di conformità, che garantisce che gli stessi soddisfano i requisiti di produzione e di performanc­e delle mascherine chirurgich­e nel rispetto delle norme tecniche di settore, sono risultati, quindi, privi di qualsiasi valore legale.

E pensare che, stando a quanto sottolinea­to dalla guardia di finanza, il titolare, ora denunciato, avrebbe potuto avvalersi della procedura in deroga ammessa dal decreto legge 18 del 2020, che permette di importare e rivendere le mascherine anche in assenza della certificaz­ione «Ce», previa, però, autorizzaz­ione dell’Istituto superiore di sanità. Salgono, così a dieci gli imprendito­ri denunciati dai baschi verdi negli ultimi tre mesi per irregolari­tà nella gestione della produzione, importazio­ne e immissione in commercio di dispositiv­i di sicurezza anti Coronaviru­s.

Negli ultimi tre mesi, i militari hanno sequestrat­o oltre 63mila mascherine (25 mila dispositiv­i di protezione individual­e e 38mila dispositiv­i medici) e oltre 584 litri di gel

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Marchio falso

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