In Veneto 5 mila migranti, la Lega torna sulle barricate E Variati: «Via chi sbaglia»
Salvini : «Intervenga il ministro» La replica: l’hub esiste a causa tua
Sono circa cinquemila i richiedenti asilo ancora presenti in Veneto, con le province di Verona (1.525) e Padova (1.400) a guidare la classifica. Seguono Treviso (804), Venezia (615) e Vicenza (circa 6700, sebbene lo scorso autunno si cercassero posti per 1.300 persone). Ma la stragrande maggioranza è ospitata in piccole strutture e appartamenti messi a disposizione da privati o cooperative che hanno partecipato ai bandi emanati da ciascuna delle sette prefetture venete. Una soluzione, concordano i funzionari interpellati dal Corriere del Veneto, che ha consentito di gestire con successo i migranti, specie nella «fase 1» del periodo Covid. Evitando assembramenti e, di conseguenza, la diffusione del contagio. L’esplosione del caso Serena, l’ex caserma di Treviso tornata sotto i riflettori negli ultimi due giorni, ha riacceso, però, le polemiche. Inevitabilmente cavalcate da leader politici (Matteo Salvini in primis) che accusano il governo di non aver mai disinnescato quella che, potenzialmente, potrebbe rivelarsi una vera e propria bomba. Accuse immediatamente respinte dal governo stesso, secondo cui né Salvini (in qualità di ministro dell’Interno nel «Conte 1») né le autorità locali (soprattutto i sindaci di centrodestra) hanno mai consentito lo smantellamento della Serena per il più efficiente sistema «Sprar», l’accoglienza diffusa. Mentre riguardo agli ultimi fatti, il sottosegretario all’Interno Achille Variati (Pd) è categorico: «Chi crea tafferugli e disordini verrà espulso».
Accusa Salvini, a proposito del caso Treviso: «Con la Lega al governo - dice - avevamo bloccato gli sbarchi e ridotto le presenze di clandestini in tutta Italia. Ora l’invasione è ricominciata: chiedo al ministro Lamorgese un intervento immediato. Soprattutto nel bel mezzo dell’emergenza Covid, Treviso e tutti gli altri Comuni vanno aiutati e difesi e non danneggiati con la presenza di violenti e balordi». Sull’evocata nuova invasione di migranti, tuttavia, la Prefettura è perentoria: «Non abbiamo avuto ulteriori arrivi dall’inizio dell’anno». Ed in effetti da febbraio gli arrivi si sono pressoché azzerati in tutto il Veneto.
Sulla posizione del segretario leghista concordano però il deputato di Fratelli d’Italia (nonché coordinatore regionale) Luca De Carlo e il primo cittadino del capoluogo della Marca, Mario Conte. Secondo quest’ultimo «il ministro dell’Interno Lamorgese dovrebbe lasciare le poltrone romane e venire a vedere cosa sta succedendo alla “Serena”. Non è possibile che i sindaci non abbiano risposte sugli hub migranti e che si trovino, da soli, a gestire rivolte».
Ma perché nel Trevigiano non è stato seguito l’esempio di province come Venezia o Padova dove i grandi hub di Cona e Bagnoli sono chiusi già da tempo? Variati attacca soprattutto il fronte leghista: «Matteo Salvini, al suo solito, dice tutto e il contrario di tutto strumentalizzando ogni episodio. L’ex caserma Serena è attiva dal 2015 e da ministro non ne ha mai chiesto lo smantellamento. Oggi ospita 313 persone. Lui e troppi sindaci hanno fatto ostracismo nei confronti dello Sprar, un sistema che permette di tenere sotto controllo la situazione e garantisce un’integrazione vera. Ripeto: c’è bisogno di collaborazione da parte delle autorità locali». Quanto agli ultimi disordini, l’esponente del Partito Democratico promette: «Durante la fase Covid non potevamo espellere nessuno, ma d’ora in avanti riprenderemo i procedimenti. Su Treviso si sta già indagando: chiunque, secondo gli inquirenti, abbia violato le regole e le norme di comportamento lascerà l’Italia». Anche perché, osserva Variati, la sicurezza sanitaria è stata garantita negli ultimi tre mesi. «Stiamo accertando se l’operatore giunto dall’Afghanistan ha rispettato i protocolli sanitari e le disposizioni del Dcpm. Ma sia chiaro: se in una comunità si riscontra anche un solo positivo, tutti i suoi membri vanno sottoposti a tampone e ad un periodo di isolamento. Ciò vale per gli italiani come per gli immigrati richiedenti asilo».
E mentre anche il governatore Luca Zaia precisa «di aver sempre criticato quel tipo di assembramento» - pur assicurando che i contagi registrati nell’hub «non sono un problema particolarmente grave, ma da monitorare come nel caso della badante rientrata dalla Moldavia: il piano di prevenzione c’è e va attuato» - le prefetture ribadiscono come la soluzione ottimale sia proprio l’accoglienza diffusa.
Salvini Chiedo al ministro Lamorgese un rapido intervento sul caso
Variati Quell’hub è aperto perché la Lega si è opposta allo Sprar
Il prefetto A Padova abbiamo una accoglienza diffusa e funziona