Corriere di Verona

L’addio a Bertacco, il politico che fu «ultimo»

A San Zeno un migliaio per Bertacco. Meloni: «Aveva visto tutto, e tutto sapeva affrontare»

- di Angiola Petronio

La sua parabola, umana e politica, è nelle parole di Giorgia Meloni. «Stefano nella sua vita aveva visto tutto. E per questo era capace di affrontare tutto. Stefano era stato tra gli ultimi ed era stato tra i primi». Un migliaio di persone ieri pomeriggio ha assistito ai funerali del senatoreas­sessore Stefano Bertacco, morto domenica a 57 anni.

VERONA La sua parabola, umana e politica, è nelle parole di Giorgia Meloni. «Stefano nella sua vita aveva visto tutto. E per questo era capace di affrontare tutto. Stefano era stato tra gli ultimi ed era stato tra i primi. Era stato un senzatetto ed era stato con noi al Quirinale, alle consultazi­oni con il presidente della Repubblica per la formazione del nuovo governo. Era fiero di esserci stato. E io ero fiera di avere quel grande uomo al mio fianco...». Il vento ieri stropiccia­va le corone di fiori appoggiate sulle porte di San Zeno. Petali colorati che contrastav­ano con il candore delle rose e delle peonie appoggiate sulla bara in legno chiaro di Stefano Bertacco, in quell’addio sul sagrato della basilica cittadina, ultimo tributo di una Verona che - al di là delle appartenen­ze politiche - ha voluto omaggiare il suo assessore ai Servizi Sociali. Un migliaio di persone tra rappresent­anti istituzion­ali, onorevoli, sindaci da tutta la provincia. Il vice presidente del Senato Ignazio La Russa, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, assessori regionali. La «sua» giunta, quella di Palazzo Barbieri. E il «suo» consiglio comunale, quello che gli ha riconosciu­to all’unisono quel lavoro con cui affrontava la marginalit­à della vita che lui aveva conosciuto con l’eroina. Ma su quel sagrato c’era anche quella «Verona degli ultimi» che per lui «ultimi» non sono mai stati. I «ragazzi» di San Patrignano con cui ha condiviso gli anni della comunità, quelli che con suo fratello Gigi ha aiutato a uscire dal gorgo che stava inghiotten­do anche loro. Ha celebrato il vescovo Giuseppe Zenti, il funerale del senatore assessore Stefano Bertacco. Ha scelto la prima lettera di San Paolo ai Corinzi, il vescovo. E a leggerla è stato il sindaco, Federico Sboarina. «La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoCi glio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto», dice quella lettera

«L’egoismo individual­ista è disumano e l’egoista è il vero ateo. Tutti - ha detto Zenti - Riconoscia­mo la sensibilit­à di Stefano verso le povertà di ogni genere, anche se a volte ha dovuto vivere l’impotenza di non poterle risolvere». Si riferiva alle nuove povertà, il vescovo. La mancanza di lavoro e la disabilità. «Ricordiamo­ci ha detto- di essere un corpo sociale». Quello per il quale il senatore assessore Stefano Bertacco aveva il balsamo della caparbietà, come ha ricordato monsignor Carlo Vinco. «Non ha mai fatto mistero delle sue fragilità, dei suoi errori e da sua madre Anna a cui diceva di dovere la sua salvezza, ha imparato la forza della non rassegnazi­one. Del sapere cambiare, decidere, essere responsabi­le. In fondo la forza di saper sperare sempre. Aveva la libertà di un uomo che sa far sintesi della sua vita, dei momenti bui e dei momenti luminosi, dimostrand­o a tutti che ogni ferita può essere ricomposta e riscattata. Stefano è riuscito a dirci che quando una fragilità diventa una spinta la cambiament­o, occasione per capire e migliorare, per entrare nella vita degli altri senza pregiudizi, ma con l’ascolto e il rispetto e con la voglia di aiutare, allora la debolezza non è una colpa ma diventa resurrezio­ne». Quel saper ascoltare, quel voler imparare da tutti, conscio che ogni storia è un arricchime­nto, che ha intessuto la vita del senatore assessore Stefano Bertacco e che ha voluto ricordare anche suo fratello Gigi. «Io e lui - ha detto - abbiamo fatto un percorso parallelo, nel bene e nel male. Sono sicuro che oggi non sono solo, che non perdo il mio migliore amico. Lui è sempre con noi. siamo voluti bene, insieme ne abbiamo fatte di tutti i colori. E io continuerò ancora a chiedergli tante cose». Quel dialogo che la morte non spezza ma tramuta che continuerà anche tra Stefano e il sindaco Federico Sboarina. «Lui per me era un fratello, sono certo che lo sa e che non mi abbandoner­à mai. Ce lo siamo promessi. Amici per sempre. E se la politica ci avesse diviso, beh, io e Stefano avevamo già scelto. Avremo lasciato la politica». In una piazza San Zeno sul cui fondale si stagliava lo striscione «Stefano presente!» di Fratelli d’Italia, la chiusa di Giorgia Meloni con la voce spezzata. «Lui era convinti di vincere la malattia. E ha vinto. Non ha rinunciato a niente, non ha abbassato la testa. E questo vuol dire vincere In un mondo di ipocriti e vigliacchi, lui era tra i migliori. E quando vinceremo. Stefano, quella vittoria sarà tutta per te».

 ?? Sartori) ?? Il ricordo Anche Giorgia Meloni ha partecipat­o ai funerali di Stefano Bertacco a San Zeno (foto
Sartori) Il ricordo Anche Giorgia Meloni ha partecipat­o ai funerali di Stefano Bertacco a San Zeno (foto
 ??  ?? 1
1
 ??  ?? 3
Un migliaio di persone ieri ha voluto partecipar­e ai funerali del senatoreas­sessore Stefano Bertacco sul sagrato di San Zeno.
La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che era venuta a trovare Bertacco in ospedale pochi giorni prima della morte.
Lo striscione di Fratelli d’Italia (foto Sartori)
3 Un migliaio di persone ieri ha voluto partecipar­e ai funerali del senatoreas­sessore Stefano Bertacco sul sagrato di San Zeno. La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che era venuta a trovare Bertacco in ospedale pochi giorni prima della morte. Lo striscione di Fratelli d’Italia (foto Sartori)
 ??  ?? 2
2

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy