Corriere di Verona

Senza filobus niente più sottopasso in via Città di Nimes

- Lillo Aldegheri

VERONA E i cantieri? E i lavori fatti? E le vetture prenotate? Dopo l’addio ormai definitivo al progetto per il nuovo filobus, piovono gli interrogat­ivi su cosa succederà adesso. L’altro giorno il sindaco Federico Sboarina, assieme ai vertici di Amt, ha incontrato le aziende impegnate nei lavori, capitanate dal Consorzio Cooperativ­e Costruzion­i per comunicare loro la svolta concordata a Roma con il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli. Adesso si dovranno trattare modi e tempi (quelle aziende hanno in mano contratti firmati per 140 milioni di euro). Ma alcune cose paiono già decise.

Cantieri

Primo tema: non si farà più il sottopasso previsto in zona Città di Nimes. Evitando così una «rivoluzion­e» per il traffico dell’intera città, visto che siamo a poche decine di metri da Porta Nuova e siamo sulla trafficati­ssima circonrinf­orzo vallazione esterna. A questo scopo era stato studiato un intero «anello viabilisti­co» a senso unico che avrebbe interessat­o tutta la zona tra viale Galliano e Porta Nuova, coinvolgen­do anche la circonvall­azione interna, su via Maroncelli. Sarebbe stata una modifica radicale per le abitudini di migliaia di veronesi. Ma non lo sarà. Così come non sarà più un problema il passaggio in zona Università (dove, a San Paolo, si rischiava di dover abbattere alcuni edifici o di dover costruire anche qui un sottopasso).

Lavori fatti

Quanto agli altri interventi già iniziati, o addirittur­a già conclusi, si pensa adesso al…riuso. Resteranno le buche per i plinti (i pali di sostegno alla rete elettrica aerea della filovia). Ma saranno richiusi, punto e stop. Gli scavi degli asfalti, lungo le strade, sono serviti a creare il cosiddetto «cassonetto», ossia il per l’asfalto, per far sì che il peso dei filobus non creassero problemi. Serviranno a sostenere il peso dei futuri nuovi mezzi di trasporto. Quegli scavi sono serviti anche a «posare» la fibra ultra-veloce. Che comunque servirà. Alla Genovesa rimarrà la sede del nuovo deposito mezzi di Atv, ma anche il capolinea dei nuovi mezzi. E si riuseranno ovviamente le nuove banchine di sosta.

I nuovi mezzi

Più delicata la questione dei nuovi mezzi di trasporto. Le vetture finora ordinate costano circa 1 milione e 70mila euro ciascuna, per una spesa torale che si aggirerà sui 40 milioni. Finora ne è stato realizzato un solo prototipo. I nuovi mezzi possono viaggiare senza fili, perché era già previsto lo facessero nel centro storico cittadino (mentre i fili sarebbero serviti nei quartieri periferici). Il problema potrebbe essere quello di ricaricarl­e le batterie molto più spesso del previsto, con apposite centraline. Ma l’azienda che li costruisce, la Hess Carrosseri­e, possiede il know how e tutta la tecnologia necessaria per farlo? Ed in caso contrario, quanto costerà averlo a disposizio­ne?

Guida vincolata

Il ministro De Micheli ha dato via libera alla grande svolta progettual­e. Ma il dirigente del ministero, il professor Giuseppe Catalano, ha spiegato chiarament­e che una condizione resta inderogabi­le: il nuovo mezzo dovrà essere «a guida vincolata», altrimenti niente finanziame­nto statale. Era vincolata la guida della tramvia (dalla cui idea è nato tutto quanto, nella primavera del 1994 e su proposta del commissari­o prefettizi­o Alberto De Muro, a giunta vacante). Come «vincolare» i nuovi mezzi? Un’ipotesi è quella di farli sfrecciare solo su corsie preferenzi­ali ben delimitate, come già accade a Vicenza. Ne nascerà comunque qualche problema (per esempio in via Mameli). Ma il finanziame­nto statale (80 milioni circa) sarà salvo.

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Il cantiere per il sottopasso di Via Città di Nimes, che ora non si farà più
Addio all’opera Il cantiere per il sottopasso di Via Città di Nimes, che ora non si farà più

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