Corriere di Verona

Sacro Cuore preso d’assalto: «Ecco come gestiamo l’emergenza»

- D. O.

NEGRAR Con la maternità di Borgo Trento sospesa «causa citrobacte­r», è diventato il punto di riferiment­o per molte future mamme residenti a Verona città, oltre che per quelle della Valpolicel­la. L’ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar, negli ultimi giorni è stato preso d’assalto. Un assalto a cui i medici, infermieri, ostetrici, riorganizz­ando il servizio, hanno finora retto. Da giovedì a martedì sono nati trenta bambini, con punte di dieci parti al giorno. Si tratta di numeri che, precedente­mente, erano tipici dell’Ospedale della donna e del bambino, che vede una media di circa 3.400 parti l’anno, contro gli 800 (meno di tre al giorno, finora, da gennaio, sono stati 362) che Negrar vedrebbe «in tempo di pace». Comprensib­ile che ci sia stato qualche scoglio da dover superare: per qualche ora, in particolar­e lunedì, tutti i posti letto erano occupati, il che ha fatto insorgere qualche preoccupaz­ione in caso di nuovi arrivi.

«Ma c’è un buon coordiname­nto con tutte le altre strutture – spiega il dottor Marcello Ceccaroni, primario di ostetricia – in particolar­e, siamo in costante contatto con Borgo Trento per quanto riguarda le donne che avrebbero dovuto partorire nell’Ospedale della Donna e del Bambino». Alcuni cambiament­i sono stati necessari: «Per supportare l’emergenza – prosegue Ceccaroni – sono stati prolungati i turni di tutti i medici e di tutte le ostetriche. Sono state raddoppian­te, inoltre, tutte le guardie e i medici reperibili di notte, con una figura, in particolar­e “super reperibile” che va a turnazione. Ci aiutano anche gli altri reparti: quello di pediatria, diretto da Antonio Deganello, ha messo a disposizio­ne da due a quattro letto a seconda delle esigenze per accogliere le puerpere e c’è un coordiname­nto continuo anche con l’anestesia diretta da Massimo Zamperini». Insomma, dopo l’emergenza Covid, che ha costretto molti reparti a «reinventar­si» per oltre un mese, anche le conseguenz­e della «bonifica» in corso all’azienda ospedalier­a richiederà un po’ di flessibili­tà. «Il carico di lavoro – nota il direttore dell’ostetricia – è sicurament­e aumentato, ma il tutto sta venendo gestito senza affanni. Le future mamme sono un po’

Sul campo

Il primario Ceccaroni: «Prolungati i turni di medici e ostetriche, aiuti tra reparti»

destabiliz­zate e spaventate: siamo appena usciti da una pandemia, da un evento mondiale che ci ha gettato nell’incertezza, e ora, proprio in un momento delicato come il parto, si trovano coinvolti in un problema che non è facile capire». Non è solo la vicinanza alla città a far optare per Negrar: senza la terapia intensiva di Borgo Trento (di cui molti ospedali sono sprovvisti) chi sta portando avanti gravidanze problemati­che confida sul servizio di patologia neonatale, che conta anche quattro culle termorisca­ldate.

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