Corriere di Verona

Il capitano, Faraoni e Borini La lunga attesa è quasi finita

Assenti (squalifica e infortuni) a Genova, rientrano dopo 124 giorni di stop

- Matteo Fontana

Tra tutti i giocatori dell’Hellas, sono quelli che più di ogni altro aspettano con gran fermento il ritorno in campo. Per loro l’assenza della partita è durata più di quattro mesi. Non c’erano, domenica 8 marzo, il giorno in cui l’Italia stava sprofondan­do sotto l’aggression­e del coronaviru­s e il Verona giocò l’ultima gara prima del lockdown, con il calcio nazionale sospeso fino a data da destinarsi.

I gialloblù persero 2-1 a Genova con la Sampdoria, fu un incontro balordo, non si vide il solito Hellas, come se già la nebulosa del Covid 19 e del blocco del campionato conseguent­e si fosse addensata sopra la squadra di Ivan Juric. Che, quella volta, era priva di Miguel Veloso, Davide Faraoni e Fabio Borini. Il regista portoghese era fuori per squalifica, Faraoni e Borini per infortunio. Non sapevano, non potevano sapere, che non sarebbero rientrati per così tanto tempo. Avevano giocato il 16 febbraio, alla Dacia Arena. Partita ruvida con l’Udinese, il Verona che non solo tiene il punto, ma rischia pure di prendersi la vittoria. Uno 0-0 combattuto, nono risultato utile di fila per l’Hellas. Ma ci fu un tributo da pagare all’asprezza dell’incontro: Veloso era in diffida e, ammonito, venne stoppato per un turno dal giudice sportivo. Avrebbe dovuto saltare la partita con il Cagliari, la settimana dopo, ma fu proprio allora che il virus attaccò, per primo il Nord, la Lombardia e il Veneto. Scattò il rinvio della gara del Bentegodi, che mai si è potuta recuperare fino a quella che sarà disputata sabato.

Dalla trasferta di Udine saranno passati 124 giorni. L’inverno è finito, la primavera è agli sgoccioli e l’estate sta bussando, sebbene il meteo non lo suggerisca ancora. Alla

Dacia Arena, Faraoni si fece male a una caviglia, in uno contro con Musso, il portiere dei bianconeri. Non volle essere sostituito, disse che se la sentiva, che poteva andare avanti. Gli esami successivi rilevarono

che c’era una lesione. Anche Borini tornò da Udine con un fastidio muscolare. Venne fuori che si era stirato. Sia lui che Faraoni non avrebbero potuto giocare fino alla fine di marzo, sarebbero

stati disponibil­i, era questa la previsione, per l’inizio di aprile. Invece di mesi ne sono trascorsi, rispetto a quel termine, altri due e mezzo. La ripartenza della serie A è stata in forte dubbio, in un certo momento sembrava che fosse inevitabil­e che il campionato venisse spedito in archivio anzitempo. Non è stato così. Si ricomincia, pur con qualche legittimo interrogat­ivo sulla quarantena. Veloso, Borini e Faraoni (e, se vogliamo, anche Max Kumbulla, che a Genova restò in panchina per un lieve acciacco) adesso scalpitano per un nuovo debutto, un altro esordio.

Nulla potrà essere come prima, questo è evidente, ma l’attesa del fischio dell’arbitro, del primo pallone che gira, da inseguire, da toccare, da calciare, dopo tutto questo tempo sarà un’autentica immersione nell’adrenalina.

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Di nuovo in campo Miguel Veloso, capitano dell’Hellas, sabato sera tornerà a guidare il centrocamp­o gialloblù

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