Corriere di Verona

Vicenti apre alla Scaligera in A «Squadra forte»

Dalla Juventus alla Salernitan­a, quanti brutti ricordi nelle gare giocate senza pubblico

- Matteo Fontana

Il «clic» da far scattare subito. L’interrutto­re non viene premuto dall’8 marzo, dalla partita di Genova con la Sampdoria, l’ultima prima del lungo lockdown. Domani, da allora, saranno passati 104 giorni, con l’Hellas che tornerà in campo. Arriva il Cagliari e da Peschiera del Garda filtrano indicazion­i di prudente fiducia sulla condizione fisica dei gialloblù. Il lavoro dello staff di Ivan Juric ha riportato la squadra ad una buona soglia per quel che concerne lo stato di forma. I giocatori sono carichi, c’è una gran «fame» di ritrovare il clima della gara, con il dubbio, punto interrogat­ivo che resta ancora oggi aperto, che riguarda la risposta alle porte chiuse, al vuoto dello stadio. Sarà un tabù storico che il Verona dovrà superare.

L’Hellas non ha mai vinto una partita senza pubblico. Dal pomeriggio dell’atroce beffa in Coppa dei Campioni con la Juventus, nel 1985 (sconfitta per 2-0 ed eliminazio­ne negli ottavi, dopo le nefandezze dell’arbitro francese Robert Wurtz), per passare al pari per 1-1 con la Salernitan­a nel 2005 (di fatto, quel risultato costò al Verona la qualificaz­ione ai playoff di Serie B), al ko con la Triestina, l’anno dopo, al Bentegodi, per 2-0, e alla sconfitta con il Lecce, fuori casa, con il medesimo risultato, l’anno dopo, seguita dall’1-1 con lo Spezia e dallo 0-0 di Brescia. Nel 2008 il Sassuolo, guidato da Massimilia­no Allegri, vinse per 2-0 a Verona con l’Hellas diretto da Maurizio Sarri. Così si arriva alla gara persa a marzo contro la Sampdoria.

Se vogliamo, alla lista si può aggiungere una partita che fu «moralmente» a porte chiuse: quelle che il Verona giocò con il Palermo il 23 novembre 2018. Non c’erano disposizio­ne che imponesser­o che lo stadio restasse vuoto, ma al Bentegodi entrarono in pochi. La tifoseria, infatti, aveva deciso di protestare così contro la gestione di Maurizio Setti e per il mancato esonero di Fabio Grosso. Sembra che sia trascorsa un’eternità e, al contrario, si parla di poco meno di un anno e mezzo fa. Giusto per restare tema, il Verona non vinse: fu 1-1, con il difensore del Palermo Slobodan Rajkovic a impattare il vantaggio per l’Hellas firmato da Samuel Di Carmine. Cinque dei titolari quel Verona sono ancora in gialloblù. Con Di Carmine, Marco Silvestri, Pawel Dawidowicz, Alan Empereur e Mattia Zaccagni. Giampaolo Pazzini subentrò dalla panchina.

A conti fatti, resta un tabù da sfatare in fretta, tanto più che, dopo la partita con il Cagliari, l’Hellas sarà di scena di nuovo al Bentegodi, martedì alle 19.30, con il Napoli, galvanizza­to dalla vittoria della Coppa Italia, conquistat­a ai rigori nella finale dell’Olimpico con la Roma, mercoledì. Il barometro, allo Sporting Center «Paradiso», riferisce di valori convincent­i per il Verona, di ritmi recuperati e di automatism­i tattici che sono stati riattivati con efficacia in allenament­o. Ora è il tempo della partita. Il conto alla rovescia, a lungo a rischio e di seguito iniziato, sta per completars­i.

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 ?? (LaPresse) ?? Il gol Samp-Verona, ultima gara prima del lockdown: la rete di Zaccagni porta in vantaggio l’Hellas; poi arriva una doppietta di Quagliarel­la
(LaPresse) Il gol Samp-Verona, ultima gara prima del lockdown: la rete di Zaccagni porta in vantaggio l’Hellas; poi arriva una doppietta di Quagliarel­la

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