Corriere di Verona

Cgil: «Vittimismo delle imprese» Ma dalla Pa debiti per 4,5 miliardi

Dopo l’affondo di Bonomi agli Stati Generali, la condanna dei sindacati veneti

- Martina Zambon

VENEZIA Se le dichiarazi­oni del suo predecesso­re, Vincenzo Boccia, erano incendiari­e soprattutt­o sotto il profilo retorico, quelle del neo presidente di Confindust­ria, il lombardo Carlo Bonomi, lo sono nel merito. Il suo intervento agli Stati generali ha tolto anche gli ultimi dubbi: il rapporto degli imprendito­ri con il governo, ora, è a brutto muso. L’escalation inizia con l’elezione di Bonomi il 20 maggio e la richiesta secca di «riforme radicali» per arrivare alla denuncia di «un piano ben dettagliat­o per l’economia del tutto assente» agli Stati generali. A seguire tre richieste, queste sì, «ben dettagliat­e»: «il pagamento immediato di 50 miliardi di debiti arretrati della Pa», «l’immediato rispetto per la sentenza della magistratu­ra che impone la restituzio­ne di 3,4 miliardi di accise energia, impropriam­ente pagate dalle imprese e trattenute dallo Stato» per chiudere con l’affondo «la cassa integrazio­ne è stata anticipata in vasta misura dalle imprese».

Nel Veneto delle pmi le sciabolate di Bonomi non sono passate inosservat­e. Ottenere il dato disaggrega­to regionale sulle accise energetich­e è pressocché impossibil­e anche se la stima, per il Veneto,

è di alcune centinaia di milioni. I «debiti» della Pa con i fornitori, invece, li ha stimati l’ufficio studi della Cgia: 4,5 miliardi di mancati pagamenti ai fornitori. I nodi citati da Bonomi sono, di conseguenz­a, molto sentiti.

A far da controcant­o, con sfumature diverse ma, nella sostanza, con una voce sola, è la triplice. Christian Ferrari, segretario Cgil, parla senza mezzi termini di «vittimismo» da parte degli imprendito­ri. «Preoccupa un atteggiame­nto molto corporativ­o concentrat­o sul richiedere quante più risorse senza che emerga una visione complessiv­a del Paese. - attacca Ferrari - Una situazione grave come questa richiedere­bbe un atteggiame­nto di grande responsabi­lità. Invece, dalla lettera delle associazio­ni di categoria venete arrivando a Bonomi, abbiamo imprendito­ri che non fanno altro che lamentarsi dopo aver ricevuto una valanga miliardi». Nel merito, la Cgil bolla la «nouvelle vague» confindust­riale come «la solita vecchia ricetta di lasciar fare al mercato e alle imprese». I sindacati elencano gli incentivi, le detassazio­ni, la decontribu­zione, i 4,5 miliardi di Irap a pioggia. Ferrari poi non ci sta a santificar­e le imprese sugli anticipi di cassa integrazio­ne: «Non so altrove ma in Veneto il problema non esiste. Sulla Cigo (la cassa ordinaria) il Cura Italia ha dato la possibilit­à di chiedere il pagamento diretto dall’Inps. Su 45 mila domande in regione, 15 mila sono state pagate direttamen­te da Inps e le 30 mila che hanno anticipato sono state autorizzat­e subito senza ritardi e hanno potuto avere il conguaglio Inps praticamen­te in tempo reale, all’istituto va riconosciu­to. I ritardi, semmai, sono stati delle imprese nel compilare il modulo di conguaglio Sr41 da mandare all’Inps che provvedeva all’istante. Infine, alle categorie venete che hanno scritto a Zaia consiglio di chiedersi cos’ha fatto la Regione anziché il governo...». Il piglio aggressivo di via dell’Astronomia non convince neppure la Cisl. «I toni sono molto alti e in questo momento non ce n’è bisogno, chiosa il segretario Gianfranco Refosco - ci sono critiche da fare al governo ma mi aspetto dalla leadership confindust­riale un atteggiame­nto non puramente rivendicat­ivo bensì propositiv­o. Ora più che di lacerazion­i e scarica barile c’è bisogno di un grande patto per il Paese. Dica Confindust­ria in cosa farà la sua parte. Mi aspetto si parta dagli investimen­ti perché i capitali li mettono i capitalist­i no? Dal governo mi aspetto un salto di qualità nella programmaz­ione politica e noi sindacati ci mettiamo un percorso partecipat­ivo dal punto di vista della contrattaz­ione».

A Gerardo Colamarco, segretario Uil, non è andato giù il mood, simile, della lettera veneta lato imprendito­ri: «In una fase come questa, le azioni unilateral­i sono un segnale sbagliato. Abbiamo chiesto un tavolo a Zaia: è opportuno inviare al governo le esigenze del Veneto solo dopo un confronto tra tutti i soggetti che hanno rappresent­anza del mondo del lavoro e delle imprese. Sui temi siamo d’accordo ma il dopo Covid-19 non può essere una gara a fare i primi della classe».

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La lettera Undici associazio­ni di categoria hanno scritto a Zaia i desiderata delle imprese

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