Ascopiave, altro 2% da A2a a Hera Oggi le offerte sul tavolo di Agsm Fusione con Aim, attesa per le manifestazioni d’interesse
Hera compra un ulteriore 2% di Ascopiave da A2a e diventa il maggior azionista della quotata trevigiana del gas alle spalle del socio di maggioranza Asco Holding. La nuova puntata nel risiko incrociato delle utility tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è giunta ieri. Quando da Bologna Hera, alleato di Ascopiave dopo aver acquistato dai trevigiani la maggioranza delle società di vendita di gas ed elettricità sul libero mercato in cambio di reti distributive di metano, ha comunicato di aver acquistato un ulteriore 2% di Ascopiave, per 18,3 milioni di euro, con una scelta, come si legge in una nota, «anche in questo caso condivisa con Asco Holding in un’ottica di rafforzamento della partnership già avviata».
Acquisto fatto non da un attore qualsiasi, ma dalla rivale lombarda A2a. Mossa di rilievo, perché aggiorna in modo decisivo la «guerra fredda» scattata a fine gennaio, quando A2a era entrato improvvisamente in Ascopiave, acquisendo un 4,16% messo in vendita dal fondo d’investimento Amber e divenendo primo azionista dietro la Holding. Mossa giudicata ostile a Pieve di Soligo, letta come un tentativo di metter sotto pressione il fronte Asco-Hera di fronte all’attacco avanzato ad A2a sull’operazione d’integrazione con Agsm Verona e Aim Vicenza.
Ascopiave, per altro, aveva risposto una settimana dopo acquistando una quota di minoranza del 3,67% nella utility di Como Acsm Agam, partecipata da A2a, ceduta dalla Sgr Praude e dalla Plavisgas. Ne erano seguiti segnali di distensione da Milano, che nel frattempo ha appena cambiato i vertici.
Ieri l’ulteriore passaggio, con cui Bologna stringe l’alleanza con i trevigiani e che suona come il prologo all’uscita di A2a. Secondo fonti vicine all’operazione, la vendita è avvenuta direttamente tra A2a ed Hera. Ma va collegata all’operazione di recesso approvata da Ascopiave in assemblea dei soci il 29 maggio.
La società ha inserito in statuto una norma che limita il diritto di voto per le società del settore al 5%, anche di fronte a quote superiori. Uno sbarramento alle mire espansionistiche di A2a (ma anche di Hera). Accompagnato da un’offerta di riacquisto delle azioni di chi non avesse approvato la scelta, fino ad un massimo del 5% delle azioni, per un impegno di 45,7 milioni di euro. Operazione apparsa come un’opportunità offerta ad A2a di uscire. Ieri la mossa di A2a, con la cessione del 2% ad Hera.
Si scalda, intanto, la partita attorno ad Agsm Verona e Aim Vicenza che, a fronte del progetto di partnership proprio con A2A disegnato nei mesi scorsi, hanno avviato sul mercato un’indagine competitiva per individuare possibili alternative «fungibili» e valide alla multiutility lombarda. Oggi il termine per le quattro societa’ invitate (Hera, Iren, Dolomiti Energia e Alperia) per presentare le manifestazioni d’interesse non vincolanti e tutte e quattro le potenziali concorrenti sono pronte a farsi avanti formalmente.