«Sequestrata e molestata dal kickboxer»
L’amica di palestra ventenne: «Costretta a toccarlo e a sfilare sui tacchi in intimo»
Aveva taciuto delle molestie perfino con i suoi genitori, se ne vergognava, non trovava il coraggio. Ma poi ha vinto le sue paure e ha denunciato il kickboxer Sane Lamita per quelle ore da incubo.
«Non ce la faccio più, non voglio morire qui. “Mita” non mi fa uscire di casa... ». Aveva telefonato al padre in preda a un attacco d’asma: lo aveva supplicato di andare a prenderla e portarla via dall’appartamento di quell’amico conosciuto in palestra, di cui si fidava e che invece, improvvisamente, il pomeriggio del 1°dicembre 2018 sotto l’effetto di droga si era trasformato nel suo aguzzino.
Quello stesso giorno, grazie al provvidenziale intervento del papà della ventenne veronese e della polizia, a finire in carcere fu un atleta agonista di kick boxing di 29 anni, Sane Wind Lamita. Nato a Negrar ma prima delle manette residente a Londra, il giovane con la passione per le arti marziali si ritrovò dietro le sbarre per sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale. Per quella doppia accusa, nel febbraio 2019 ha patteggiato 16 mesi tornando in libertà. Adesso, però, per l’imputato si profilano nuovi guai: contro di lui la vittima ha presentato una seconda denuncia, stavolta per gli atti sessuali che
Lamita l’avrebbe costretta a subire nonostante i rifiuti e le suppliche di lei durante le interminabili ore in cui la tenne segregata in casa quel terribile pomeriggio del 1° dicembre 2018. Inizialmente, la ragazza si vergognava a raccontare per intero l’incubo a cui sarebbe stata sottoposta quel giorno. Aveva taciuto delle molestie perfino con i suoi genitori, se ne vergognava, non trovava il coraggio, tra i suoi conoscenti c’era anche chi addossava a lei la «colpa» di quanto successo. Non solo, perché il suo «sequestratore» al suo ritorno in libertà aveva iniziato a millantare la sua presunta innocenza su Fb:«Durante gli 80 giorni di detenzione a Montorio - ha scritto in un post - ho letto bugie, calunnie e favole dei giornalisti pur di avere un titolo in prima pagina». Tutto questo, mentre la «prigioniera» di quel pomeriggio di paura non era più la stessa ragazza di prima: sempre più taciturna, usciva poco, restava ore in camera. I genitori avevano capito che qualcosa non andava e, con delicatezza e tatto, avevano cercato di incoraggiarla a parlare, a confidare loro cosa la turbasse in quel modo. Finché la ragazza, ora 22enne, ha trovato il coraggio di confessare quanto realmente vissuto mentre lui la teneva «ostaggio» in casa sua: al rifiuto di lei di fare sesso, lui le avrebbe preso la mano costringendola a toccarlo e sotto il probabile effetto di cocaina l’avrebbe obbligata a subire atti sessuali,a spogliarsi e a sfilare di fronte a lui sui tacchi indossando solo l’intimo per eccitarlo mentre lui guardava filmati hard. Difeso dalla legale Giuliasofia Aldegheri, l’atleta risulta formalmente irreperibile ma il gup Paola Vacca ha disposto un tentativo di notifica rinviando l’udienza a novembre.