Export, crollo del 23% Riello: «Non si prevede nulla di buono»
(d.o.) L’effetto Covid, alla fine, si è fatto sentire anche sull’export. Il mondo produttivo veronese lo temeva, puntualmente i dati lo hanno confermato. Le cifre relative al primo trimestre del 2020 (dunque con marzo unico mese interessato dal lockdown), parlano di un -5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, un dato peggiore della media sia italiana (-1,9%) sia del Veneto (-3,2%). Con alcuni settori molto più gravemente colpiti di altro, secondo quanto evidenza l’ultimo rapporto della Camera di Commercio. Spicca, in particolare , tra le performance negative, quella del settore calzaturiero, che vede un -23,3% (dato pesante che, secondo l’ente camerale, fa suonare un campanello dall’arme per quanto riguarda «la perdita di competitività del comparto») seguito dalla produzione dei macchinari, che segna un -9,4%. Ma il fatto che i primi tre mesi dell’anno siano andati un po’ male a tutti, lo conferma la voce «altri prodotti», che raggruppa i settori che non hanno un volume sufficiente per essere rappresentativi dell’economia veronese. Facendo la somma, però, questa categoria pesa per circa un terzo, per quasi 900 milioni, sui 2.700 dell’export complessivo veronese dei primi tre mesi dell’anno: la perdita del volume di esportazioni rispetto al 2019 è in questo caso del -11,6%. Con il segno meno anche il tessile e l’abbigliamento (-3,5%) e la termomeccanica (-0,2%). Ad andare meglio, invece, proprio quei comparti che, nel corso dell’ultimo anno, avevano manifestato più di una difficoltà: tra questi il marmo, che cresce del +3,2%, un «rimbalzo» che arriva dopo una lunga serie negativa, e quello dei mobili con una crescita del +6,4%. Confermano il trend positivo, già visto con il report di inizio anno e relativo all’ultimo trimestre del 2019, il settore alimentare (+8,9%) e quello delle bevande (+4,4%). Ma per fare i conti con l’incognita pandemia occorrerà aspettare, a settembre, i risultati del secondo trimestre. Secondo Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio (in foto), il calo era da mettere in conto. «Ci aspettavamo un rallentamento – il suo commento – i dati evidenziano una frenata dell’economia già prima del lockdown italiano, probabilmente condizionata dal lockdown cinese». Riello sottolinea come «solo Germania e Austria hanno tenuto. La Germania è il nostro primo partner per le vendite estere ed è rimasto invariato rispetto al primo trimestre dello scorso anno, l’Austria, è diventata il sesto partner con un aumento dell’8,4%. Per il resto si registra una generalizzato calo, particolarmente importante per la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, rispettivamente secondi, terzi e quarti partner». Un andamento altalenante, è la conclusione di Riello, «che non lascia presagire nulla di buono per i prossimi mesi: le imprese veronesi, tradizionalmente concentrate su mercati europei e sugli Stati Uniti non sono in grado di reagire in modo flessibile alle variazioni congiunturali».
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