Cariverona incassa 265 milioni da Cassa Depositi e Prestiti
Chiuso il contenzioso che durava da quasi sette anni. E tra i due enti ora si ipotizzano nuove «sinergie»
Accordo dopo sette anni di contenzioso: a Cariverona 265 milioni di euro da Cdp.
In giorni tumultuosi per il sistema finanziario veronese, rimbalza da Roma la notizia dell’accordo di transazione milionaria raggiunto tra Cassa Depositi e Prestiti e Fondazione Cariverona. Si mette fine così a un contenzioso durato quasi sette anni e avviato ai tempi dell’allora storico presidente Paolo Biasi. È toccato al suo successore alla guida dell’ente di via Forti, Alessandro Mazzucco, far ratificare nei giorni scorsi dal consiglio d’amministrazione l’intesa che vedrà ora Cdp versare nelle casse di Cariverona 265 milioni di euro. Lo stesso ha provveduto a fare ieri il Cda di Cdp, presieduto da Giovanni Gorno Tempini.
I team legali delle due parti avevano iniziato a parlarsi dopo la sentenza del Tribunale di Roma del 15 gennaio scorso, che condannava Cdp al pagamento a Cariverona di 432 milioni di euro, oltre ai 57 milioni che la stessa Fondazione veronese aveva ottenuto quando, nel 2012, aveva esercitato il diritto di recesso chiedendo di venire liquidata delle sue quote in Cdp, pari al 2,57 per cento del capitale.
Proprio il valore di quelle quote è stato l’oggetto del contenzioso. Cariverona ne era entrata in possesso allorché, nell’ambito della trasformazione di Cdp in società per azioni per effetto del decreto legge 269/2003, il 30 per cento del capitale fu ceduto a 65 fondazioni di origine bancaria, tra cui Cariverona. Nel 2012, Biasi decide che è venuto il tempo di passare all’incasso. Cdp è pronta a pagare, però, solo il valore riconosciuto alle quote nello statuto. Ma Cariverona insiste che il prezzo vada calcolato a valori di mercato, con i parametri del Codice civile. Di qui la causa, che ora si risolve con un notevole incasso da parte di Cariverona, benché inferiore a quello previsto dalla sentenza di gennaio. Ovviamente, si trattava di un pronunciamento di primo grado che Cdp avrebbe appellato, allontanando di altri anni la soluzione. Con l’accordo di adesso, invece, Cariverona rinuncia a qualsiama
si ulteriore pretesa. Da fonti vicine all’accordo, di parla di «reciproca soddisfazione». Cdp e Cariverona avrebbero inoltre concordato future consultazioni per «sviluppare importanti sinergie», soprattutto dopo l’emegenza Covid. Cdp, lo ricordiamo, ha aperto a Verona la sua prisede a Nordest, al Giardino Giusti.
E ora, cosa farà Cariverona di questi soldi? Li trasferirà al territorio sotto forma di quelle erogazioni che, negli ultimi anni, è stata costretta a tagliare per colpa del difficile contesto economico? Bocche cucite in via Forti, da cui filtra solamente il richiamo del presidente Mazzucco sulla filosofia di fondo dell’asset management istituzionale, condivisa con il direttore generale Giacomo Marino e caratterizzata da «ricerca di redditività sostenibile in condizioni di rischio controllato attraverso un’opportuna diversificazione degli investimenti». Insomma: parole d’ordine restano l’integrità patrimonio e la ricerca di una redditività sostenibile per le erogazioni sul territorio. Certo adesso, con 265 milioni di più in cassa, la fondazione veronese acquisisce una libertà di manovra importante, i cui effetti sono ancora tutti da valutare.