Corriere di Verona

All’Hotel Valpantena non ci sono più i migranti

- D.O.

I residenti se ne sono accorti perché, da un giorno all’altro, è sparita la pattuglia delle polizia che sorvegliav­a la struttura. Ieri l’ufficialit­à, dorfpo la richiesta della circoscriz­ione, rivolta al Comune di «fare il punto sulla situazione».

Non ci sono più richiedent­i asilo all’hotel Valpantena. Si chiude così un altro capitolo dell’emergenza Covid in città. L’hotel, a Quinto, era stato individuat­o come centro di isolamento per qualche decina di persone ospitate nei Cas e risultati positivi al coronaviru­s. Il problema si era posto a metà aprile, dopo che era stato scoperto un cluster in uno dei centri accoglienz­a più popolati della città: l’Hotel Monaco alla Zai.

Su circa 140 ospiti, una quarantina erano risultati positivi, con tutti i relativi timori per una possibile diffusione veloce del virus in una struttura con una tale densità e con molti spazi in comune.Il tutto era avvenuto non senza tensioni. Il 21 aprile una squadra di vigili del fuoco era intervenut­a proprio all’hotel Monaco per la sanificazi­one di rito. Gli inquilini, però, non erano stati avvisati, alcuni sono stati colti di sorpresa nel sonno. Un paio di richiedent­i asilo hanno reagito lanciando oggetti nel cortile, rischiando di colpire qualcuno dei pompieri che stava abbandonan­do l’area. Pochi giorni dopo, una lettera di scuse firmata da un rappresent­ante per ogni nazionalit­à presente all’hotel Monaco, avrebbe preso le distanze dal gesto.Ma restava aperto il capitolo quarantena. La prefettura, d’accordo con il Comune, ha pensato al Valpantena, hotel che era già stato preso in consideraz­ione nel 2016 al culmine dell’emergenza accoglienz­a. Non senza una decisa opposizion­e, allora, dei residenti, che lo ritenevano «poco idoneo» allo scopo, in quanto troppo vicino al centro della piccola frazione. Alla fine la quarantena, che in seguito si è estesa a ospiti di altre strutture è durata poco più di due mesi, fino a completa negativizz­azione di tutti: quasi tutti erano asintomati­ci. «Il nostro timore — è il commento di Alma Ballarin, presidente dell’ottava circoscriz­ione — era principalm­ente sanitario. Ottenuto il presidio di polizia è andato tutto liscio».

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