Corriere di Verona

Tris di Galabinov, lo Spezia mette il Chievo ko

Secco ko: apre Segre, poi un paio di episodi contrari e si scatena l’attaccante dello Spezia

- Sorio

Il Chievo può salutare la promozione diretta, però stavolta ha poco di che rimprovera­rsi. I 9 punti di divario dal Crotone, secondo, li scavano il pregresso gialloblù, certo, ma soprattutt­o questa partita che, proprio quando sembra prendere la piega voluta da Aglietti, sbatte contro alcune decisioni eufemistic­amente discutibil­i di Dionisi.

Dura riassumere ChievoSpez­ia. Perché tutto crolla, nell’ottica clivense, in cinque minuti. Cioè il fazzoletto di tempo in cui Djordjevic sbatte contro un gomito di Capradossi (sull’1-0), Galabinov sbuca da una punizione in fuorigioco (1-1) e Mora accentua una caduta in area su stop sbagliato da Segre inducendo l’arbitro a fischiare il rigore che ribalta tutto (2-1). Il terzo graffio di Galabinov? Errore di una difesa intenta, a quel punto, a buttarla in avanti alla disperata. Mentre lo Spezia dell’ex Italiano si lancia al terzo posto, il Chievo rimane immobile all’ottavo. Ed è un ottavo posto più scomodo, adesso, perché a otto gare dal termine l’Empoli e l’Entella sono lì, nello specchiett­o retrovisor­e, un solo punto dai gialloblù, che a oggi occupano l’ultimo posto per i playoff. Difficile, come detto, fare il sunto di un match dai contorni così rocamboles­chi. Il tappo, per lunghi tratti, sembra non saltare. O meglio, salta quando il Chievo capitalizz­a l’episodio giusto, cioè una geometrica

combinazio­ne da cui Vignato estrae un bel cross e Segre un bel destro volante.

Fin lì, la musica, era rimasta silenziata in quell’imbuto tattico a specchio. Il 4-3-3 di Aglietti, accorto, e quello di Italiano, più costante. I liguri che giocano di più, ma non affondano.

Il Chievo che sta guardingo, si copre abbastanza bene, e quando riparte stenta a pungere. Scelte di Aglietti: copia e incolla di Crotone (Ceter largo a destra). Mosse di Italiano: otto su undici dello Spezia vincente con l’Empoli, davanti la carrozzeri­a robusta di Galabinov. Segnale chiaro, il palo di Bartolomei, al 18’. Segnale, cioè, di uno Spezia più rodato. Abbottonat­o, invece, il Chievo. Consapevol­e di voler frenare l’impeto di un’avversaria che gioca un calcio tra i più efficaci di B, vedi la scalata dal fondo sino al quarto posto. Un Chievo pericoloso, nel primo tempo, solo quando Vignato rubava una biglia a metà campo per suggerire un contropied­e non colto da Ceter. Ecco, Vignato. Senza Giaccherin­i (entrato in corso d’opera) l’unico accendino è lui. Perché non si può certo chiedere a Ceter di imbastire trame elaborate coi piedi, semmai esuberanze muscolari. E allora Djordjevic rimane un po’ solo, stretto fra Terzi e Capradossi. L’intervallo casca senza che nessuno abbia ancora messo le unghie sulla partita.

Ce le metterebbe Vignato, che propizia l’1-0 di Segre e, trovando più sfoghi sull’esterna, sposta l’inerzia. E proprio lì cambia tutto. Il rosso ad Aglietti, per proteste, fotografa la tegola. E lunedì arriva il Frosinone, quinto.

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Contrasto Duello in fascia tra Segre e Mora per il possesso del pallone

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