Calearo battuto nel duello per la presidenza
«Ho composto una squadra basata sulle competenze, non mi pento di nulla. Una cosa di cui posso andare fiero è di non avere accettato alcun compromesso e sappiamo bene che questo non sempre paga». È il commento di Eugenio Calearo Ciman (nella
foto sotto), poco dopo l’esito della votazione con cui l’assemblea dei Giovani di Confindustria ha eletto ieri alla presidenza nazionale il suo avversario, il palermitano Riccardo Di Stefano, già vicepresidente nella squadra del leader uscente, Alessio Rossi. «Io ho fatto delle proposte - aggiunge -, portato dei contenuti, e sono sempre stato aperto a ogni tipo di confronto. Evidentemente ho male interpretato i desiderata della base».
Non manca una punta di rammarico per il clima non sempre sereno che ha contraddistinto il periodo precedente la consultazione. «La campagna è stata dura, velata da qualche ombra e a tratti segnata da episodi spiacevoli, di cui tutti avremmo fatto francamente a meno, ma è stato anche un percorso arricchente e sfidante, di ascolto e confronto». Eugenio Calearo, attuale presidente dei Giovani di Confindustria Veneto, è figlio di Massimo, ex leader di Federmeccanica. Di Stefano, 34 anni, ha prevalso con 143 voti su 209. Il neoeletto entra di diritto fra i vicepresidenti «senior» di Confindustria. Fra le cause della mancata designazione di Calearo, secondo alcuni osservatori, potrebbe aver giocato in qualche misura proprio lo sbilanciamento a favore di esponenti veneti che si sarebbe venuto a creare nella squadra di Carlo Bonomi, già affiancato come vicepresidenti dalla vicentina Barbara Beltrame e dalla trevigiana Maria Cristina Piovesana. (g.f.)