Volti da 100 e lode: se l’eccellenza è sempre più spesso al femminile
Per Sara anche la menzione speciale. Caterina aspirante biologa Dal classico allo scientifico, l’eccellenza è spesso al femminile
«È stato strano, ma non per questo ci siamo impegnate di meno. E alla fine i risultati sono arrivati». La maturità 2020, quella senza prove scritte, quella del secondo quadrimestre all’insegna della Dad (didattica a distanza), non è stata avara di studenti eccellenti. Molti i voti alti nei licei, così come nei tecnici e professionali cittadini. Ma, ancora una volta, a distinguersi sono state in particolare le ragazze. Tanti «cento» sono «al femminile» e, in certi casi, la lode non è neppure bastata. È il caso di Sara Malafa, «maffeiana» del Saval. Classicista dalle molteplici passioni (dal pianoforte all’atletica agonistica, la sua specialità è il salto con l’asta) si è presentata alla commissione con una media altissima, una sfilza di 9 e 10 in tutte le materie. Non solo, ha fatto un colloquio impeccabile. Tant’è che i docenti, d’accordo con la presidente, hanno proposto anche una menzione particolare. «In realtà non ho ancora la certezza – spiega, raggiunta al telefono – devo ancora ricevere il risultato della prova». Ma a confermare, per lei, ci pensa il liceo. Un risultato che si aspettava? «Tutta la mia classe, la terza G, è andata molto bene: ci sono stati nove 100 e molti voti sopra il 90. Personalmente avevo un credito di 60 punti, quindi partivo avvantaggiata. Ma la verità è che avrei preferito fare l’esperienza della maturità a pieno, scritti compresi». In ogni caso la brillante prova orale è tutto merito suo. L’elaborato di Sara era uno di quelli in cui «si vola alto». Tema: «il logos nella tragedia greca». «Le domande dei professori hanno riguardato la produzione letteraria di Verga, ma anche la crisi dell’autorità ca partire dalla rivoluzione culturale del ‘68». E adesso che succede? In realtà Sara ha pianificato da tempo il suo futuro. «Voglio fare medicina. Ne sono ancora più convinta da quando ho fatto l’esperienza di alternanza scuola-lavoro a Borgo Trento, la scorsa estate. Farò il test a settembre e tenterò di entrare alla scuola Galileiana di Padova oppure alla Sant’Anna di Pisa».
Anche negli scientifici si sono distinte particolarmente le studentesse. Alla paritaria Lavinia Mondin, due le lodi. Una è quella di Caterina Fabbri, sezione di Scienze Applicate. «Certo che sono contenta – il suo commento – anche se rimane un po’ di amarezza per come sono andate le cose. Noi studenti ci siamo preparati per tutto il triennio a fare maturità con gli scritti, ci siamo trovati a fare un esame completamente diverso». Durante il colloquio ha fatto analisi di derivate, ha parlato di tumori e di anticorpi monoclonali, ma anche di Marx e la questione operaia. Per il futuro, lei, scout e appassionata di chitarra, ha le idee chiare. «Vorrei entrare nella polizia scientifica nelle vesti di ricercatrice. Per questo ho puntato su Biologia. La frequenterò alla Statale di Milano». Il motivo di questa passione? «Ce l’ho da quando ero alle elementari, e giocavo a risolvere delitti. Naturalmente amo molto i gialli. Uno dei miei preferiti? Dieci piccoli indiani, di Agatha Christie».