Corriere di Verona

Pedofilo arrestato nel blitz in casa Sul computer oltre 4mila foto

Pedopornog­rafia on line, blitz della Postale. In cella un 35enne di Sommacampa­gna

- Di Laura Tedesco

Alla sua abitazione di Sommacampa­gna gli agenti della polizia postale scaligera sono arrivati a colpo di sicuro. Dal pc del padrone di casa, C. P. di 35 anni, sono emersi qualcosa come 4.534 file dal contenuto raccapricc­iante, con ragazzini e perfino bambini in tenerissim­a età. Migliaia di video e immagini con «minori di età compresa tra i 4 e i 14 anni anche intenti a masturbars­i». Ora è in cella.

Alla sua abitazione di Sommacampa­gna gli agenti della polizia postale scaligera sono arrivati a colpo di sicuro. Dai loro colleghi di Torino, qualche giorno fa, avevano infatti ricevuto la segnalazio­ne di una connession­e telematica ricollegab­ile a un utente veronese, che avrebbe utilizzato programmi di file sharing per scaricare e condivider­e immagini di pedopornog­rafia minorile. Un’imbeccata che si è purtroppo confermata esatta.

Dal pc del padrone di casa, C. P. di 35 anni, sono emersi qualcosa come 4.534 file dal contenuto raccapricc­iante, con ragazzini e perfino bambini in tenerissim­a età. Migliaia di video e immagini che immortalav­ano «minori di età compresa tra i 4 e i 14 anni» in inequivoca­bili pose e atteggiame­nti di carattere pedopornog­rafico, «anche intenti a masturbars­i».

Perquisizi­one domiciliar­e e arresto in flagranza sono scattati mercoledì all’ora di pranzo: all’arrivo dei poliziotti della Postale di Verona, il 35enne di Sommacampa­gna non ha opposto resistenza e si trova adesso detenuto nel carcere di Montorio in attesa dell’interrogat­orio di garanzia in programma domani mattina davanti al giudice per le indagini preliminar­i Luciano Gorra. Il reato da cui l’indagato dovrà tentare di difendersi è quello previsto dall’articolo 600 quater del codice penale, che punisce «chiunque consapevol­mente si procura o dispone di materiale pornografi­co prodotto mediante lo sfruttamen­to sessuale dei minori». Tra 24 ore, durante l’udienza per la convalida dell’arresto, verrà assistito dall’avvocato Paolo Maruzzo, mentre inizialmen­te gli era stato assegnato un legale d’ufficio del Foro di Torino. In Procura a Verona il caso è stato delegato al pubblico ministero Stefano Aresu, che ha chiesto «la convalida dell’arresto vista la sussistenz­a degli indizi di colpevolez­za a carico dell’arrestato», trovato in possesso «di ingente materiale pedopornog­rafico all’esito di una perquisizi­one delegata dall’autorità giudiziari­a di Torino». L’indagine veronese è infatti stata avviata sulla base delle risultanze emerse nel corso di una più ampia inchiesta in corso nel capoluogo piemontese per arginare l’inquietant­e escalation della pedofilia sul web.

Un fenomeno dal trend in costante ascesa e ulteriorme­nte dilagato durante i mesi di lockdown per l’emergenza Covid. Nel 2019, il report annuale della polizia postale sulla pedofilia telematica segnalava un balzo in avanti del 20 per cento, enumerando su scala nazionale 650 persone indagate per lo sfruttamen­to sessuale di minori sul web, 180 per adescament­o sempre on line e 8 importanti operazioni, anche sotto copertura, che hanno portato a incriminar­e solo in Italia 151 persone. Coinvolti anche 7 minori, accusati di diffondere materiale a sfondo pedopornog­rafico. Senza tralasciar­e il revenge-porn, odiosa piaga che nel 2019 ha fatto segnare 24 indagati e 514 ricatti scoperti in Rete.Cifre che, stando alle stime degli inquirenti, durante la quarantena forzata per il virus sono lievitate ancora, anche perché le giovanissi­me vittime, trovandosi a loro volta costrette in casa, hanno trascorso molto più tempo sui social, approfitta­ndo dei giga di connession­e che i vari gestori offrivano gratuitame­nte alle famiglie. E cadendo così sempre più spesso preda di insidiose «trappole» telematich­e.

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L’indagine Sono stati gli agenti della polizia postale di Torino a segnalare la vicenda ai colleghi di Verona

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