Corriere di Verona

Ancora violenze dopo le risse della movida 38enne tunisino ubriaco preso a calci e pugni

- Pierfrance­sco Carcassi Matteo Riberto

per i danni d’immagine recati alla città». Solo una decina di giorni fa, infatti, Jesolo era stato teatro di un’altra rissa, esplosa quella volta in piazza Mazzini. E a chiedere il pugno duro non è solo il sindaco: anche le associazio­ni di commercian­ti si uniscono all’appello del primo cittadino. «Non si può militarizz­are un paese – spiega Angelo Faloppa, presidente mandamenta­le Confcommer­cio Jesolo San Donà – ma bisogna essere ferrei nelle condanne. Chi sarà chiamato a giudicare i colpevoli deve avere fermezza prevedendo anche pene detentive: non si può mettere la testa sotto la sabbia. Purtroppo l’Italia sta diventando un paese di buonisti e così molti si sentono autorizzat­i a fare ciò che vogliono». Ma questi episodi di violenza non rischiano anche di disincenti­vare i turisti a visitare Jesolo? «Non credo – dice Faloppa – ma va fatta una riflession­e seria. Adesso i riflettori sono su Jesolo, ma episodi di violenza che vedono protagonis­ti i giovani accadono anche a Mestre, Venezia e in tutta Italia, purtroppo ogni anno di più. Non vanno però puniti i locali (gli aggressori uscivano da un locale): quando si dice che questi episodi sono colpa di bar o discoteche si fa un errore e preveder sanzioni per chi non ha colpa sarebbe un fallimento della giustizia».

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