Corriere di Verona

Il viceminist­ro e Crisanti: misura inutile

- Di Martina Zambon

Tanto rumore per nulla secondo il viceminist­ro alla Salute Sileri e il virologo Crisanti che si sono visti ieri a Padova: «Un’ordinanza per stringere su isolamento e ricoveri non serve, i focolai vanno gestiti».

Per loro non è cambiato praticamen­te nulla, se non i toni utilizzati dal governator­e Luca Zaia. Pierpaolo Sileri e Andrea Crisanti gettano acqua sui nuovi focolai del Veneto: ieri a Padova il viceminist­ro alla Salute ha incontrato il virologo dei tamponi a tappeto, il cardiologo Giuseppe Tarantini e ha visitato l’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, proprio nel giorno in cui il caso di Pojana Maggiore ha fatto risalire l’indice regionale del contagio da 0,43 a 1,63 e Zaia ha chiesto il trattament­o sanitario obbligator­io (Tso) per i pazienti positivi che rifiutano di farsi ricoverare.

Per quanto riguarda la recrudesce­nza del fenomeno, Sileri minimizza: «Io non andrei a guardare i dati giornalier­i, perché fluttuano. Se l’R0 si modifica perché è stata trovata una catena di contagio in un focolaio, stiamo parlando di un focolaio, e noi siamo qui per spegnerli. Questo significa fare tanti tamponi e identifica­re i positivi». Sileri è perplesso anche sul pugno di ferro invocato da Zaia: «La quarantena è già un metodo di trattament­o obbligator­io e violarlo è già punito, ma si tratta di casi isolati. Un singolo atto non può essere paragonato a 56 milioni di italiani che stanno rispettand­o le regole. Che qualcuno non le rispettass­e ce lo aspettavam­o, l’importante è individuar­lo e farlo stare a casa. Non possiamo colpevoliz­zare tutti».

Crisanti concorda: «Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai. Finché abbiamo la capacità di individuar­li e spegnerli non sono preoccupat­o. Prendere il dato su scala microscopi­ca non ha nessun significat­o, ci sono più casi e la sfida si misura sulla capacità di identifica­rli. Sull’indice R0 non abbiamo

nessun controllo, l’unica cosa che possiamo fare è aderire alle misure di distanziam­ento».

Per Sileri l’allarme partito dal Veneto è esagerato: «Purtroppo la maniera con cui vengono comunicate le variazioni dei dati fa sembrare che ci sia chissà quale aumento. Il monitoragg­io che stiamo facendo dirà che queste battaglie le stiamo vincendo tutte». Troppo pochi mille euro di multa? «Sarebbe interessan­te cominciare a farle, le multe - commenta Crisanti -. Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiolo­gia del Veneto (Roberto Rigoli, ndr) e l’altro che è il suo virologo di fiducia (Giorgio Palù, ndr). Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisa­mente lo riscopre?».

In tutto ciò, ieri Sileri e il governator­e non si sono visti: «Sono venuto per parlare con i produttori di protesi, che chiedono un cambiament­o del tariffario su cui sono pienamente d’accordo, e mi è sembrato doveroso approfitta­rne per incontrare due colleghi - ha spiegato il viceminist­ro pentastell­ato -. In questi mesi io e Crisanti ci siamo sentiti spesso, ma non c’è nulla di politico: c’è solo un chirurgo prestato alla politica che incontra due scienziati e delle società che producono in Italia e che devono essere tutelate». Crisanti infine ha commentato anche gli assembrame­nti degli ultimi giorni, come quello all’inaugurazi­one del Pride Village di Padova: «I giovani non hanno la consapevol­ezza che sono proprio loro i più a rischio di trasmetter­e la malattia, però è anche vero che dopo tre mesi di lockdown non è facile tenerli con la mascherina. È chiaro che a novembre e dicembre, se la trasmissio­ne sarà più alta, questi comportame­nti non saranno perdonati».

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(foto Bergamasch­i) Con la mascherina Il vice ministro alla Salute Pier Paolo Sideri con il professor Andrea Crisanti ieri pomeriggio a Padova

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