Il viceministro e Crisanti: misura inutile
Tanto rumore per nulla secondo il viceministro alla Salute Sileri e il virologo Crisanti che si sono visti ieri a Padova: «Un’ordinanza per stringere su isolamento e ricoveri non serve, i focolai vanno gestiti».
Per loro non è cambiato praticamente nulla, se non i toni utilizzati dal governatore Luca Zaia. Pierpaolo Sileri e Andrea Crisanti gettano acqua sui nuovi focolai del Veneto: ieri a Padova il viceministro alla Salute ha incontrato il virologo dei tamponi a tappeto, il cardiologo Giuseppe Tarantini e ha visitato l’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza, proprio nel giorno in cui il caso di Pojana Maggiore ha fatto risalire l’indice regionale del contagio da 0,43 a 1,63 e Zaia ha chiesto il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) per i pazienti positivi che rifiutano di farsi ricoverare.
Per quanto riguarda la recrudescenza del fenomeno, Sileri minimizza: «Io non andrei a guardare i dati giornalieri, perché fluttuano. Se l’R0 si modifica perché è stata trovata una catena di contagio in un focolaio, stiamo parlando di un focolaio, e noi siamo qui per spegnerli. Questo significa fare tanti tamponi e identificare i positivi». Sileri è perplesso anche sul pugno di ferro invocato da Zaia: «La quarantena è già un metodo di trattamento obbligatorio e violarlo è già punito, ma si tratta di casi isolati. Un singolo atto non può essere paragonato a 56 milioni di italiani che stanno rispettando le regole. Che qualcuno non le rispettasse ce lo aspettavamo, l’importante è individuarlo e farlo stare a casa. Non possiamo colpevolizzare tutti».
Crisanti concorda: «Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai. Finché abbiamo la capacità di individuarli e spegnerli non sono preoccupato. Prendere il dato su scala microscopica non ha nessun significato, ci sono più casi e la sfida si misura sulla capacità di identificarli. Sull’indice R0 non abbiamo
nessun controllo, l’unica cosa che possiamo fare è aderire alle misure di distanziamento».
Per Sileri l’allarme partito dal Veneto è esagerato: «Purtroppo la maniera con cui vengono comunicate le variazioni dei dati fa sembrare che ci sia chissà quale aumento. Il monitoraggio che stiamo facendo dirà che queste battaglie le stiamo vincendo tutte». Troppo pochi mille euro di multa? «Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe - commenta Crisanti -. Zaia si avvale in questo momento di due esperti, uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto (Roberto Rigoli, ndr) e l’altro che è il suo virologo di fiducia (Giorgio Palù, ndr). Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?».
In tutto ciò, ieri Sileri e il governatore non si sono visti: «Sono venuto per parlare con i produttori di protesi, che chiedono un cambiamento del tariffario su cui sono pienamente d’accordo, e mi è sembrato doveroso approfittarne per incontrare due colleghi - ha spiegato il viceministro pentastellato -. In questi mesi io e Crisanti ci siamo sentiti spesso, ma non c’è nulla di politico: c’è solo un chirurgo prestato alla politica che incontra due scienziati e delle società che producono in Italia e che devono essere tutelate». Crisanti infine ha commentato anche gli assembramenti degli ultimi giorni, come quello all’inaugurazione del Pride Village di Padova: «I giovani non hanno la consapevolezza che sono proprio loro i più a rischio di trasmettere la malattia, però è anche vero che dopo tre mesi di lockdown non è facile tenerli con la mascherina. È chiaro che a novembre e dicembre, se la trasmissione sarà più alta, questi comportamenti non saranno perdonati».