L’Hellas sfida il Brescia pensando all’Europa
Stasera il Verona contro Tonali & C. per inseguire il sogno europeo Il tecnico spinge: «Non capita tutti gli anni. Il mio futuro? Ci penso»
Scappa un sorriso, a Ivan Juric, quando gli chiedono che cos’avrebbe pensato se all’inizio del campionato gli avessero detto che il Verona, dopo ventinove giornate, avrebbe avuto 42 punti e sarebbe stato salvo: «Cos’avrei risposto? Di non prendermi per il culo…».
Ed è andata proprio così. L’Hellas ha stupito e ha centrato con nove giornate d’anticipo l’obiettivo stagionale. Un risultato suggellato con la vittoria di mercoledì sera con il Parma e che, adesso, apre la via a prospettive inesplorate a un sogno che si chiama Europa League. E, sull’argomento, prima della partita con il Brescia, Juric non lascia dubbi e spiega al colto e all’inclita che è vietato sentirsi appagati: «Queste situazioni capitano poche volte nella vita e bisogna
dare il 100 percento, andando oltre gli infortuni, il caldo e tutte le difficoltà inevitabili di un periodo così particolare».
Provarci è un dovere, dunque, e realizzare l’ambizione di ritrovare un traguardo che il Verona non raggiunge dal 1987 sarebbe il coronamento di un’annata comunque indimenticabile. Avanti con il Brescia, allora, neopromosso come l’Hellas, ma con tutt’altra traiettoria, zavorrato dai tanti cambi in panchina — da Eugenio Corini a Fabio Grosso, poi di nuovo Corini, infine Diego Lopez — dalle continue polemiche che circondano Mario Balotelli, di fatto messo fuori squadra dopo il lockdown dal patron Massimo Cellino e da molte partite storte. L’ultima, con l’Inter, è terminata con una goleada, un 6-0 che non inganna, tuttavia, Juric: «È una squadra viva e, come al solito, se non diamo il massimo rischiamo. Non facciamo calcoli».
La formazione, quindi, con Matteo Pessina che è fuori per squalifica e Marash Kumbulla al rientro, in difesa con Amir Rrahmani e Koray Gunter. Sulla destra Davide Faraoni, a sinistra Darko Lazovic, in mezzo Sofyan Amrabat con Miguel Veloso (ma occhio a Emmanuel Badu, che Juric dice essere «un’opzione chiara»). Mattia Zaccagni e Fabio Borini sono favoriti per i ruoli di supporto alla punta, con Verre che, al tempo stesso, è in piena lista per la chiamata da titolare: «Sta facendo molto bene e con maggiore concretezza può fare un ulteriore salto di qualità», osserva l’uomo di Spalato. E a pilotare l’attacco? Samuel Di Carmine e Mariusz Stepinski si giocano una maglia, ricordando, però, che Juric ha non di rado scelto di rinunciare al centravanti e adottare altre mosse. Ultimo caso, proprio con il Parma, nel secondo tempo, e la decisione si è rivelata vincente. Ecco il Verona per il Rigamonti, campo che, in Serie A, non ha mai sbancato. A rompere il tabù, l’Hellas prenderebbe ancora più il volo, in attesa del clou di giovedì al Bentegodi con l’Inter.
Da aspettare, poi, c’è l’accordo tra il club e Juric per il prolungamento del rapporto, adesso che la salvezza è in tasca. Sull’argomento, il tecnico chiarisce: «Al mio futuro penso e non da oggi, è naturale che sia così. Ne stiamo parlando da un po’». Più vicini o più lontani? I programmi sono sul tavolo, la volontà di proseguire sì, la firma ancora no. A Juric è stato proposto un contratto con un forte aumento d’ingaggio e una sempre più ampia condivisione con la dirigenza delle scelte in sede di mercato. Sarebbe il perno attorno a cui verrebbe costruito l’Hellas di domani, e, forse, pure di dopodomani. Il presente è il Brescia e la suggestione d’Europa da inseguire.