«Dateci l’elenco dei contagiati»: stop del garante
Sui rischi da Covid 19 e le misure da adottare per scongiurarne nuovi casi e una eventuale seconda ondata, arriva l’altolà del Garante della Privacy che dice «no» alla trasmissione degli elenchi dei contagi dall’Usl 9 di Verona al Tribunale scaligero.
Sui rischi da Covid 19 e le misure da adottare per scongiurarne nuovi casi e una eventuale seconda ondata, arriva l’altolà del Garante della Privacy che dice «no» alla trasmissione degli elenchi dei contagi dall’Usl 9 di Verona al Tribunale scaligero. Da parte di quest’ultimo, infatti, con la fine del lockdown e la ripresa delle attività erano stati chiesti nominativi e dati dei positivi all’Azienda sanitaria per tutelare gli ufficiali giudiziari durante la notificazione degli atti a domicilio.
Incerta su come procedere, l’Usl 9 Scaligera si era rivolta allora all’Autorità per la protezione dei dati personali affinché esprimesse un parere sulla «richiesta giunta dall’Unep (Ufficio Notifiche Esecuzioni Protesti) del Tribunale di Verona di poter quotidianamente avere gli elenchi aggiornati delle persone risultate positive, o con il sospetto che possano ipoteticamente esserlo, o di quelle precauzionalmente poste in isolamento o quarantena, nonché dei soggetti che con loro convivono e dei luoghi in cui tali soggetti si trovano».
Una mappatura dettagliata e aggiornata su andamento e diffusione del virus tra i veronesi, dunque, quella sollecitata all’Usl 9 dagli ufficiali giudiziari del Tribunale scaligero. Il tutto, in virtù - secondo i richiedenti - della circolare del 12 marzo inviata dal Ministero della Giustizia riguardo alle misure di contrasto del contagio tra il personale. Ma l’Ufficio del Garante, con una circolare a firma del dirigente Francesco Modafferi, ha ora acceso il semaforo rosso a tale richiesta, negando la trasmissione dei dati sui positivi al Tribunale di Verona.
Una decisione, la prima del genere vista l’assoluta novità della materia e la totale assenza di precedenti, che varrà come principio anche per tutti gli altri uffici giudiziari italiani. E questo perché «per proteggere dai rischi del Covid gli ufficiali giudiziari - sancisce nero su bianco il Garante in risposta all’Usl Scaligera - i Tribunali non sono tenuti a conoscere lo stato di salute dei soggetti cui notificare atti giudiziari, ma, come previsto dalle norme adottate dal Governo, devono predisporre adeguati dispositivi di protezione individuale». Bisogna adottare mascherine e distanze interpersonali, quindi, ovvero i primi presidi di salvaguardia raccomandati all’intera popolazione da medici e Istituto superiore di Sanità.
La risposta sul caso di Verona è stata indirizzata anche al Ministero della Giustizia: «La disponibilità degli elenchi dei contagi delle Aziende sanitarie - si legge nella nota non risulta necessaria né all’esercizio delle funzioni attribuite all’Unep, né alla protezione dal contagio del personale addetto alle notifiche». Nel formulare il parere, l’Autorità per la Privacy ha tenuto conto del fatto che, «in assenza di una mappatura dell’intera popolazione in merito al contagio Covid-19, l’eventuale stato di positività dei destinatari degli atti potrebbe sussistere, seppure non ancora accertato».
Di conseguenza, «in linea con le raccomandazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, i Tribunali devono adottare le misure di protezione individuale, disposte dal Governo per i lavoratori a contatto con il pubblico, nei confronti di tutti gli operatori Unep a prescindere dal fatto che essi accedono a locali ove è domiciliata una persona accertata Covid-19».
Occorre inoltre considerare che «se tali elenchi fossero acquisiti spetterebbe ai tribunali una difficile opera di aggiornamento, tenuto conto che gli stessi sono in continua evoluzione sulla base dei risultati dei tamponi». In ogni caso, l’Ufficio del Garante si è comunque reso «disponibile a interloquire con il Ministero della Giustizia per trovare una soluzione che consenta lo svolgimento dei compiti degli ufficiali giudiziari assicurando, al contempo, la protezione dal contagio del personale impiegato e la riservatezza dei soggetti posti in isolamento domiciliare per Covid-19».