Corriere di Verona

Zaia, Lorenzoni Italia Viva affila i coltelli

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(d.da.) «Noi PADOVA siamo una forza politica tranquilla. E proprio per questa ragione, faremo una campagna elettorale gentile, moderata nei toni e rispettosa di tutti i nostri avversari». È cominciata così, ieri mattina a Padova, la conferenza stampa con cui la senatrice «renziana» Daniela Sbrollini, 48 anni, brindisina di nascita ma ormai vicentina d’adozione, ha ufficializ­zato la sua candidatur­a alla presidenza della Regione, sostenuta (in attesa di possibili nuovi alleati) da Italia Viva e dal Partito Socialista. Poi però, complice la giornata particolar­mente afosa, il clima si è subito surriscald­ato e, con a fianco la ministra per le Pari Opportunit­à e la Famiglia, Elena Bonetti, il vicepresid­ente della Camera nonché coordinato­re nazionale di Iv, Ettore Rosato, e la consiglier­a regionale veronese Orietta Salemi, l’ex segretaria dei Ds per la provincia berica ha scandito: «Noi vogliamo essere alternativ­i sia alle due Lega che vanno a braccetto con la destra populista - ha spiegato Sbrollini, - e sia al centrosini­stra ideologico che, come sempre, è troppo schiacciat­o a sinistra ed è quindi destinato ad altri cinque anni di sterile opposizion­e». Il convitato di pietra era chiarament­e il professor Arturo Lorenzoni, pure lui candidato alla succession­e di Zaia con il supporto del Pd e, soprattutt­o, dei parecchi movimenti civici che compongono «Il Veneto che vogliamo». «A noi - ha appuntato Sbrollini, - le barriere ideologich­e non piacciono, nel senso che non vogliamo parlare soltanto a una parte, ma a tutti gli abitanti del nostro territorio. Ed è proprio questo il motivo per cui, a differenza di quanto invece è successo in altre realtà, non siamo riusciti a trovare una sintesi con l’altro candidato di centrosini­stra».

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