Gasdia e gli altri, il lutto nel mondo della musica
Ci sono aspetti della vita di un grande artista che conosce solo chi ha il privilegio di stargli accanto. Come i musicisti, che hanno reso (e renderanno ancora) giustizia alle melodie di Ennio Morricone, continuando a suonare sia quelle che hanno segnato la storia del cinema italiano, ma anche il resto della sua produzione orchestrale e lirica. Il suo ultimo concerto in Arena del 19 maggio 2019, è passato agli annali anche per un caso di cronaca a lieto fine: il furto di un controfagotto, ritrovato tre giorni dopo davanti all’ufficio oggetti smarriti del Comune di Verona e riconsegnato al legittimo proprietario. Quasi un segno, per i più poetici e fatalisti, dei miracoli dell’arte. «Voglio ricordarlo così: un grande artista e un grande amico di Verona – ha scritto il sindaco Sboarina sui social -. Ennio Morricone è stato il più grande compositore di musica da film. Memorabili i suoi brani come le sue esibizioni in Arena. La sua scomparsa è un lutto per il mondo artistico internazionale e per la nostra città, che lo ha sempre ammirato». Accorate anche le parole del sovrintendente Cecilia Gasdia, che nel suo curriculum vanta un’esibizione al suo fianco presso l’Auditorium Rai: «È sempre triste dare l’addio ad artisti così straordinari che tanto hanno dato al mondo della musica. Se ne va una mente eccelsa, un musicista poliedrico le cui creazioni resteranno nel cuore di tutti noi. La sua eredità impagabile, vestita con l’umiltà dei grandi, sopravviverà per sempre». Ed è proprio l’umiltà uno dei tratti che più spesso viene citato da chi l’ha conosciuto. «Ho iniziato a suonare con lui nel 2002 e l’ho accompagnato in tournée fino al suo ultimo concerto del 2019 - ricorda Oreste Campedelli, oggi primo corno della Fondazione Arena di Verona -. Nel 2003, quando avevo 29 anni, gli chiesi di fare una foto insieme e di autografarla. Lui si stupì, come se non ne comprendesse il motivo. Ricordo che quasi si scherniva quando il pubblico insisteva ad applaudirlo, così come quando, alla fine di un concerto alla Royal Albert Hall di Londra suonammo “Happy Birthday” per festeggiare i suoi 75 anni. Sembrava burbero, in realtà era solo riservato e la sua empatia la metteva tutta nella sue partiture. Oppure la usava per tifare Totti: quando giocava la Roma, non fissava mai le prove».