Maturità, dopo il Covid è record di cento e lode
Ben 173 «elogi»nelle superiori cittadine e, nei licei, nessun bocciato. Record al Maffei e agli Angeli
Uno «tsunami» di cento. Una marea di lodi. La maturità «in presenza», solo con l’orale, arrivata dopo un quadrimestre con la didattica a distanza, ha portato a promozioni e voti record.
Uno «tsunami» di cento. Una marea di lodi. Si sapeva che la maturità «in presenza», solo con l’orale, arrivata dopo un lungo quadrimestre in «Dad», ossia con la didattica a distanza, avrebbe portato a promozioni e voti record. Ora c’è la certezza: non solo si è raggiunto il «previsto» primato di voti eccellenti, ma ogni paragone con il passato finisce per impallidire. Le lodi a Verona sono 173: il triplo di quelle degli anni precedenti, che si attestavano, mediamente, fra le 50 e i 60. L’anno scorso, uno dei più generosi di sempre, i maturandi «eccellenti» erano stati 64, 38 ragazze e 26 ragazzi. Lodi che sono arrivate ovunque, dai licei (dove sono presenti sempre in maggior numero) agli Itis e ai professionali. Naturalmente, lo «shift» verso l’alto è omogeneo:
Per i cento, non c’è ancora una statistica ufficiale, ma variano tra i 500 e i 700
Barresi Le modalità erano diverse e si poteva immaginare che gli esiti sarebbero stati differenti
per quanto riguarda i cento, non c’è ancora una statistica ufficiale, ma una stima al ribasso vuole che siano almeno 500, ma più verosimilmente settecento, «premiando» in questo modo circa un decimo dei 7.181 studenti che si presentano all’esame. Di bocciature, nei licei, manco a parlarne. Già la pratica di «rimandare» alla maturità era quasi caduta in disuso, gradualmente negli anni precedenti: era più facile che gli studenti non venissero ammessi per troppe insufficienze. La maturità «Covid» (con le raccomandazioni da parte del ministero e il timore di ricorsi) ha avuto effetti benefici sia sui primi scrutini che nelle prove davanti alle commissioni. Bisogna andare in un corso serale, quello dell’Istituto per geometri Cangrande per vedere, accanto al nome di uno studente la scritta «Non diplomato». La classica eccezione che conferma la regola. Tra le scuole con voti mediamente molto alti, una conferma arriva da liceo Maffei
dove si contano nove lodi (e il numero, di per sé, più di tanto non sorprende) ma ben 48 cento, una cifra mai raggiunta dal classico di via Massalongo. Si replica, facendo il rapporto con gli iscritti, nell’altro liceo classico del capoluogo, l’Educandato Agli Angeli, con sei lodi e venti cento. Gli scientifici non sono certo da meno: al Messedaglia dieci lodi e oltre trenta cento, al Fracastoro otto con 23 cento. Stesso trend al Copernico di San Michele Extra, con sette lodi. Due cento, inoltre, al liceo sociale Montanari, che conta anche 21 cento, mentre all’artistico, i cento sono 29, con una lode.
E i tecnici? Nel precedentemente citato Cangrande non ci sono lodi ma si contano sette cento, stessa situazione all’Einaudi, con 16 cento, mentre al Ferraris le lodi sono due e i cento sei.Un numero rilevante di lodi, 44, arriva dalle scuole paritarie. A distinguersi, in questo caso, è il liceo alle Stimate, che conta ben 14 cento e lode a cui si aggiungono
altri cento «semplici». Due lodi all’istituto Aleardi, che vede anche sei cento.Insomma, numeri che lasciano adito a poche interpretazioni. Il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Albino Barresi, non si dice stupito: «Le modalità erano diverse e si poteva immaginare che anche gli esiti sarebbero stati differenti rispetto agli anni precedenti — spiega —. Di sicuro, gli studenti che sono arrivati agli esami con una buona preparazione sono quelli che ne hanno beneficiato di più. Per quanto riguarda l’organizzazione e la gestione, dopo le prime difficoltà amministrative, per quanto riguarda il reperimento dei commissari esterni e dei presidenti non abbiamo avuto riscontri negativi. I colloqui si sono tenuti con regolarità e senza problemi nonostante le molte norme precauzionali che tutti gli istituti erano chiamati ad adottare».