Distanze e planimetrie la Provincia «censisce» le scuole
(d.o.) Quante aule ci sono, quanti metri quadri si hanno a disposizione, quali sono i percorsi di entrata e uscita. Quante stanze sono utilizzabili contemporaneamente e quanti studenti si possono ospitare adottando le norme sul distanziamento. Ecco le richieste che la Provincia ha mandato a tutte le scuole pubbliche superiori a inizio mese, sollecitando risposte entro il 13 luglio, vale a dire lunedì. Le lezioni sono finite da un mese e gli esami pure, si apre, per i dirigenti scolastici e il personale amministrativo, il capitolo forse più delicato, quello legato alla riapertura prevista per settembre.
Quella di oggi sarà una giornata cruciale: ci sarà, infatti, l’atteso vertice che metterà a confronto il provveditorato di Verona con l’Ufficio scolastico del Veneto, i presidi dei vari istituti e, per l’appunto, anche l’amministrazione provinciale. Nella missiva della Provincia si chiede alle scuole di inviare le «planimetrie illustrative delle proposte ritenute più idonee a garantire la sicurezza della popolazione scolastica». Dopo questo passaggio, saranno previsti una serie di incontri scuole per scuola per valutarne la fattibilità. Dal canto suo la Provincia «si impegna a individuare con il Comune di competenza altri sedi disponibili per far fronte all’eventuale inasprimento dell’emergenza Covid e a fornire la segnaletica orizzontale per gli istituti» . Il tutto, tenendo conto che nulla dovrà essere lasciato al caso: nei percorsi dovranno essere segnalati anche i punti in cui si misurerà la temperatura corporea.
Anche in questo caso sarà la Provincia a provvedere ai termometri. Naturalmente arriveranno anche i banchi, rigorosamente monoposto. Si confida di arrivare a una soluzione rapida per quanto riguarda le superiori del capoluogo, mentre stanno emergendo delle criticità, per la carenza di spazi, nei poli liceali di San Bonifacio e Villafranca. «Stiamo prendendo in considerazione diverse ipotesi — fa sapere David Di Michele, vicepresidente della Provincia con delega all’istruzione — una prevede di sdoppiare gli orari di scuola: gli studenti del biennio entrano la mattina, quelli del triennio il pomeriggio. Ecco perché sarà particolarmente delicato il nodo dei trasporti, che occorrerà affrontare per tempo». Non è detto, però, che si faccia così in tutte le scuole.
La seconda ipotesi fa ricorso alla tecnologia: lezioni in presenza con l’aiuto di supporti multimediali (come la lavagna Lim) con parte degli alunni collegati. Anche per questo la Provincia sta studiando un modo per fornire alle famiglie più bisognose il materiale necessario per collegarsi alla didattica a distanza. «Troppi studenti — conclude Di Michele — anche a Verona hanno dovuto rinunciare alle lezioni».