Renza e Maestrella: «Torniamo in scena con i raggi di luce»
Rezza e Mastrella a Villafranca con «Fratto_X»
AFlavia Mastrella basta un telo per creare significato, basta una X tra due tessuti per scindere i capitoli narrativi, basta un palloncino per creare un personaggio, basta un fratto per semplificare le cose. A tutta la poesia sarcastica, fisica e dissacrante ci pensa Antonio Rezza con le sue mille voci, in grado di mostrare con sano cinismo la rivelazione di quel che c’è davanti al nostro naso. È questo e molto altro Fratto_X di Rezza e Mastrella, coppia da Leone d’oro premiata alla Biennale 2018, che andrà in scena domani alle 21.15 al Castello Scaligero di Villafranca di Verona per la rassegna «Villafranca non si arrende». Lo spettacolo è una tappa del festival «La Milanesiana» ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi.
Rezza, come ha vissuto senza teatro?
«Trovo assurdo che nei teatri e nelle arene estive ci sia un distanziamento che, per esempio, al mare non c’è. Non è che il pubblico sia più contagioso dei bagnanti. Voglio fare un appello a tutti gli artisti: non create opere sul virus».
Come ha trascorso questi mesi?
«Mi sono scoperto musicista, ma non voglio creare un’usurpazione. È un disco registrato con la bocca, sembra musica elettronica, ed è ancora senza titolo. Assomiglia molto al teatro che facciamo, perché è ritmo ed energia».
Mastrella, che cosa rappresenta per lei questa performance?
«Rappresenta il balzo tra l’alterazione della realtà e l’alterazione fatta realtà. Il lavoro parla del condizionamento gli uni sugli altri e sulle masse. Io ho fatto un lavoro di due anni, fotografando luci in movimento e maturando un nuovo senso estetico: i raggi di luce sembrano materia e da un sacco escono esseri antropomorfi. Indispensabile anche l’apporto sul palco di Ivan Bellavista».
Come sarà, domani sera, tornare di fronte al pubblico?
«Sono commossa al solo pensiero. Mi è mancato molto il contatto con la gente. In questi mesi mi sono inventata una videolettura sulla costituzione italiana con 149 persone e i rispettivi animali da compagnia, girato tutto col telefono. Ho paura di piangere domani, quando finalmente saremo di nuovo davanti al pubblico».